Torino, prima città d'Italia completamente open source

Inviato da harvey lomax il Mer, 08/06/2014 - 13:08
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Sulla scorta di quanto compiuto da Monaco di Baviera e da Bolzano, tanto per citare due esempi, anche il comune della città sabauda ha deciso di abbandonare il software proprietario e passare a quello open source. Dopo la fine del supporto a Windows XP, e data l'obsolescenza delle postazioni, i manager di Palazzo Civico si sono fatti due conti ed hanno ritenuto che l'aggiornamento ad una versione più moderna di Windows ad ai comuni software di corredo (office, Adobe, etc) sarabbe costato più di quanto occorre per migrare le postazioni di lavoro ad un sistema operativo basato su Linux ed a software open source per gli applicativi. Il city manager Gianmarco Montanari e il direttore dei Sistemi informativi, Sandro Golzio, hanno così pianificato una graduale migrazione dal prossimo autunno, che durerà un anno e mezzo, salvo complicazioni. In questo lasso di tempo si dovrà anche provvedere a formare gli impiegati, che dovranno mettersi l'animo in pace ed imparare ad utilizzare il nuovo software senza protestare.
Il risparmio stimato sulla spesa informatica andrà dal 20 al 40%, e non è certo poco di questi tempi: milioni di euro che eviteranno di finire nelle tasche di Microsoft & C. Il risparmio principale deriverà dalle licenze, ma l'utilizzo di Linux permette anche una vita più lunga al parco macchine (salvo guasti ovviamente): un sistema operativo basato su Linux può infatti essere installato su piattaforme diverse (dai pc con processori diversi ai tablet, da apparati di rete a smartphone) dai mainframe (calcolatori con un elevatissima potenza) ai vecchi desktop dotati di obsoleti processori pentium. Ovviamente la differenza di velocità operativa rimane, ma non si sarà più costretti a cambiare computer ogni tre anni o quando Microsoft decide di terminare il supporto ad una certa versione del proprio sistema operativo. Con Linux gli aggiornamenti sono continui nel tempo e gratuito, come anche il passaggio di versione. Non di secondaria importanza anche il fatto che l'utilizzo di software open source riduce di fatto, ed in alcuni casi annulla, il rischio del ricorso a programmi utllizzati in modo fraudolento, ovvero agisce contro la pirateria. Nel mondo opern source il ricorso a programmi piratati è pressoché nullo (normalmente non si possono installare programmi per Windows su piattaforme Linux, a meno di non ricorrere ad emulatori), tutto ciò che serve è disponibile, nella maggior parte dei casi gratuitamente, mediante opportune alternative da individuare in maniera appropriata.
Inoltre l'esperienza maturata nell'intero processo di migrazione potrà essere di beneficio anche agli altri enti che vorranno seguire l'esempio del comune, dalla regione alle diverse comunità, dalle asl agli altri comuni ed ai fornitori di servizi.
Un altro duro colpo per Microsoft, il cui lento ma inesorabile declino è ormai iniziato da anni. Come prima la Cina, poi la Corea del Sud, per non parlare di quella del Nord, hanno deciso di abbandonare la casa di Redmond per un universo libero, dove poter scegliere le soluzioni più adatta senza condizionamenti, risparmiando denaro ed abbattendo il rischio derivante da programmi nascosti in grado di spiare gli utenti e trafugare dati, virus, malware e spyware.
Bill Gates, il tuo sole sta per tramontare!