Argomento
Non bastava la minaccia delle testate nucleari, ora la Corea del Nord minaccia l'Occidente di abbandonare Windows ed utilizzare linux sui propri (4) computers.
Certo, dato l'elevato numero di elaboratori (appunto 4), nonché di licenze windows originali (0, in quanto in primis la legge statunitense proibisce la vendita di tecnologie ed affini alla Corea del Nord -vedi EULA di Windows - e poi Kim Jong-Il e la sua stirpe di certo non sgancerebbero un centesimo per gli odiati yankees), si può immaginare che il cambio di rotta non andrà a pesare eccessivamente sul bilancio USA e di Microsoft in particolare.
La notizia è trapelata grazie alla soffiata di uno studente russo della Kim Il-Sung University, che ha descritto la distribuzione, denominata Red Star Linux (Pulgyn Peulh), e postato alcuni screenshots. Secondo quanto riportato, la distribuzione è localizzata esclusivamente in coreano, ed i requisiti minimi sarebbero un PIII ad 800Mhz, 256 MB di RAM e 3GB di spazio sul disco. La distribuzione presenta alcuni fra i prodotti più comuni, tra cui KDE, Open Office, K3b, firewall, antivirus, Firefox (My Country) ed altro. L'installazione richiede circa 15 minuti, ed il sistema operativo è disponibile sia in versione desktop che server, ma non è considerato ancora stabile. L'interfaccia utente è stata resa il più possibile somigliante a Windows.
Usare Windows in un paese come la Corea del Nord è veramente un controsenso, sia per motivi ideologici che pratici: chi affiderebbe il lancio di una testata nucleare ad un computer la cui schermata può presentarsi così:
Persino un pazzo come Kim Jong-il lo ha capito e sta cercando di spingere all'utilizzo di un sistema operativo intrinsecamente più sicuro, onde evitare che i missili sparati ritornino indietro. Soltanto che ora gli USA hanno un motivo in più per bombardare la Corea del Nord: non usano più Uinzozz!
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