Argomento
Ebbene sì, nuovo CEO, nuovi tagli al personale. Dopo i circa 700 (stima approssimativa) dipendenti mandati a casa da Carol Bartz, ora il nuovo CEO di Yahoo, Scott Thompson, ha pensato bene di sbarazzarsi di altri 2000. La maggior parte di essi è impegnata con il portale dell'azienda, che fornisce notizie, contenuti di vario genere, giochi, ma saranno colpiti anche altri settori, come advertising, search, ed il marketing. La ristrutturazione dovrebbe portare ad un risparmio di circa 375 milioni di dollari americani all'anno, da cui vanno però tolti gli incentivi e le liquidazioni, per un valore di circa 150 milioni.
La nuova (vecchia) mossa lascia piuttosto basiti. Se è tutta qua la strategia di Thompson, in cosa essa si discosta da quella dell'ex CEO Bartz? Sembra che coloro i quali finiscono per diventare boss di Yahoo, intendendo far contenti gli investitori (ovvero chi detiene il bastone del comando) altro non trovi che licenziare dipendenti come soluzione per far aumentare i profitti. invece che tentare, mediante innovazione e politiche aziendali serie, anche a medio termine, di reinnestare la marcia. Il valore dell'azienda e la sua appetibilità diminuiscono sempre di più, Yahoo sta divenendo un contenitore vuoto, o meglio pieno. Pieno di sé stesso. Si vogliono profitti, ma senza un piano d'investimenti serio. Si cercano partnership a destra e sinistra, offrendo spazi pubblicitari che però continuano a diminuire. C'è chi, come il quotidiano Punto Informatico, sostiene che Yahoo sia destinato a divenire un patent troll, capace solo di sopravvivere grazie al proprio portafogli di brevetti, con cause a destra ed a manca in caso di presunte violazioni. Ipotesi possibile, ma quale triste destino sarebbe per una compagnia annoverata fra i pionieri di internet, così come la conosciamo oggi. Eppure l'avida e scriteriata politica degli ultimi anni, fatta di lotte intestine, di miopie, di incapacità nel comprendere ciò che stava accadendo sulla grande rete e sul piano del business IT, ma soprattutto un'assoluta inefficienza nella programmazione aziendale, fatta di tentativi di gettarsi prima su un ramo, poi su di un altro, con acquisizioni milionarie e cessioni spesso opinabili, come una scimmia in cerca della banana più grossa che non riesce a trovare, rimanendo così a secco.
Infine, quando il muro sta per crollare, invece di chiamare il muratore, si tirano via i mattoni pericolanti, finendo con lo smantellare tutto.
Ma cosa taglieranno ancora quando non ci saranno più dipendenti? Questo lo lasciamo alla vostra immaginazione...
La nuova (vecchia) mossa lascia piuttosto basiti. Se è tutta qua la strategia di Thompson, in cosa essa si discosta da quella dell'ex CEO Bartz? Sembra che coloro i quali finiscono per diventare boss di Yahoo, intendendo far contenti gli investitori (ovvero chi detiene il bastone del comando) altro non trovi che licenziare dipendenti come soluzione per far aumentare i profitti. invece che tentare, mediante innovazione e politiche aziendali serie, anche a medio termine, di reinnestare la marcia. Il valore dell'azienda e la sua appetibilità diminuiscono sempre di più, Yahoo sta divenendo un contenitore vuoto, o meglio pieno. Pieno di sé stesso. Si vogliono profitti, ma senza un piano d'investimenti serio. Si cercano partnership a destra e sinistra, offrendo spazi pubblicitari che però continuano a diminuire. C'è chi, come il quotidiano Punto Informatico, sostiene che Yahoo sia destinato a divenire un patent troll, capace solo di sopravvivere grazie al proprio portafogli di brevetti, con cause a destra ed a manca in caso di presunte violazioni. Ipotesi possibile, ma quale triste destino sarebbe per una compagnia annoverata fra i pionieri di internet, così come la conosciamo oggi. Eppure l'avida e scriteriata politica degli ultimi anni, fatta di lotte intestine, di miopie, di incapacità nel comprendere ciò che stava accadendo sulla grande rete e sul piano del business IT, ma soprattutto un'assoluta inefficienza nella programmazione aziendale, fatta di tentativi di gettarsi prima su un ramo, poi su di un altro, con acquisizioni milionarie e cessioni spesso opinabili, come una scimmia in cerca della banana più grossa che non riesce a trovare, rimanendo così a secco.
Infine, quando il muro sta per crollare, invece di chiamare il muratore, si tirano via i mattoni pericolanti, finendo con lo smantellare tutto.
Ma cosa taglieranno ancora quando non ci saranno più dipendenti? Questo lo lasciamo alla vostra immaginazione...
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