Una truculenta vecchina di 68 anni, rea confessa, è stata arrestata dalla polilzia russa con l'accusa di aver smebrato e divorato i corpi di undici esseri umani. Tamara Samsonova, questo il nome della pensionata riciclatasi in lavori socialmente utili, vive a San Pietroburgo, ed aveva annotato i suoi crimini con dovizia di particolari in un diario. Da esso è per esempio emerso come ella abbia iniziato a tagliare a pezzi un'amica mentre questa era ancora viva, a causa di un liltigio su chi dovesse lavare delle tazzine. La donna è sospettata di altri tre omicidi ed anche di aver ucciso il marito, scomparso nel 2005. Grazie alla propria occupazione presso un ospedale, le riusciva facile avvicinare le vittime e farne sparire i resti; tuttavia una telecamera ha permesso agli inquirenti di risalire a lei e di raccogliere le prove dei misfatti, ponendo così fine a venti anni di efferata crudeltà. Non è ancora chiaro se la donna sia sana di mente o meno, ma ha dichiarato di aver compiuto i propri crimini deliberatamente.
Ancora una volta in Russia emergono storie di personalità inquietanti, coinvolte in casi di cucina dagli ingredienti non propriamente comuni. La grande passione per la carne umana spesso travalica i confini, tuttavia lascia riflettere il fatto che simili episodi si concentrino in luoghi particolari. Per esempio in ambienti ove sia presente una mensa (come un ospedale appunto), oppure ambienti estremi dove sopravvivere rappresenta una sfida quotidiana. difficile quindi comprendere se la brama di carne umana sia dovuta più ad una necessità fisiologica o più semplicente una questione di gusti personali.
Per Tamara Samsonova probabilmente non si trattava "proprio di fame: era più voglia di qualcosa di buono"...
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