Il Partito Pirata Islandese ha appena ottenuto il 5,1% dei voti alle ultime elezioni politiche, riuscendo così ad entrare in Parlamento.
Un bottino (è il caso di dirlo) di 3 seggi su di un totale di 63 membri. Percentualmente si tratta del miglior risultato di sempre per un Partito Pirata, a maggior ragione se si considera che la sua formazione risale appena a cinque mesi or sono. I tre eletti sono Jon Thor Olafsson, universitario specializzando in materie economiche, Helgi Hrafn Gunnarsson, programmatore e Birgitta Jonsdottir, già membro del Parlamento fra il 2009 ed il 2013, nonché conosciuta volontaria per il sito delle soffiate Wikileaks. Per tale motivo la donna è da tempo nel mirino delle autorità USA.
Ai Pirati l'arduo compito di sostenere la libertà d'espressione su internet e la causa del noto motore di ricerca di file torrent The Pirate Bay, da poco trasferitosi in Islanda col nuovo dominio http://thepiratebay.is/ mentre quello in https punta ancora su https://thepiratebay.se. Il registrar che lo ospita ha asserito che eventuali azioni contro la Baia dei Pirati saranno intraprese soltanto dietro esplicito ordine di un giudice locale, e non sotto la consueta minaccia di rappresaglie da parte della lobby dell'industria dell'intrattenimento. Un sostengo politico non può che far bene alla causa.
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