Siamo motori di ricerca, oltre il search c'è di più

Inviato da harvey lomax il Gio, 12/01/2011 - 15:30
Argomento
Ricordate Cuil, il fantomatico motore di ricerca semantico creato da alcuni ex dipendenti di Google, costato 33 milioni di dollari e finito nell'oblio? Fu un tentativo ampiamente pubblicizzato, tanto da farlo apparire come un motore di ricerca che avrebbe potuto detronizzare Google. In realtà fu un buco nell'acqua clamoroso, i 120 miliardi di pagine indicizzate, secondo gli autori, raramente producevano i risultati voluti.
Nonostante ciò, il sogno di fornire delle valide alternative al serch engine di Google continua a fare proseliti.

Ixquick è stato sviluppato e lanciato nel 1998 da David Bodnick a New York; nel 2000 è stato acquisito da Surfboard Holding B.V, un’azienda olandese. Si autodefinisce come il motore di ricerca più potente del mondo, tuttavia rimane molta distanza tra di esso ed il re Google. Il punto forte è la tutela della privacy dell'utente. Di default utilizza una connessione protetta da cifratura ssl (solo recentemente introdotta come opzione da Google); inoltre non registra gli indirizzi IP degli utilizzatori, non fa uso di coockie di identificazione, non raccoglie né divulga dati personali. In futuro intende offrire anche un servizio di proxy ed email. Ixquick è più propriamente un metamotore di ricerca: esso utilizza altri motori come Yahoo, Bing ed altri per fornire risultati all'utente, fungendo in pratica da proxy: il vantaggio è che i suddetti motori di ricerca non sapranno mai chi ha cercato cosa.
Sia per numero che per qualità dei risultati la differenza con Google può essere più o meno rilevante; tuttavia è importante sapere di poter ricercare termini anche "pericolosi" con la (teorica) certezza di non essere tracciati. Ultimamente ha però perso utenti.

La novità di questo mese è Volunia, la creatura di Massimo Marchiori, l'uomo che ha inventato l'algoritmo di ricerca del serch engine di Google. Un progetto italiano, con investitori italiani e personale italiano. E' stato presentato come un qualcosa di rivoluzionario, che dovrebbe cambiare il modo di intendere le ricerche su web, e dare realmente del filo da torcere all'azienda di Mountain View. La stampa italiana lo ha ampiamente pubblicizzato, ma per ora è possibile testarlo solo su invito. Dovrebbe entrare in funzione, se non ci sono problemi, a dicembre. L'aspettativa è alta, ma il timore che il tutto si risolva in un nuovo Cuil resta. Il fatto che dietro al progetto ci sia Marchiori lascia comunque ben sperare.

Sponsorizzato da Free Software Foundation Europe, YaCy vuole distaccarsi dal classico concetto di search. Si tratta di un programma client - server scritto in Java, che utilizza la tecnologia p2p, che prevede quindi un'installazione sul proprio computer. In ogni caso, è possibile testare le ricerche a questo indirizzo: http://search.yacy.net/ L'idea è quella di evitare di affidare le proprie ricerche a server centralizzati, come avviene attualmente per la gran parte dei motori. Questi infatti possono venire a conoscenza di una gran quantità di dati personali dei propri utilizzatori, dati che possono essere utilizzati sia a scopi commerciali, che di profilazione, ed ovviamente ceduti a terzi, secondo quanto previsto dalle policy di ogni società che fornisce questo servizio. La tecnologia p2p di YaCy intende invece tutelare maggiormente la privacy degli utenti, sfuggendo così alla raccolta dati delle grandi aziende. Certo, il progetto è ancora acerbo, e non si prefigge certo di spodestare i grandi dal loro trono. Esso si propone piuttosto come alternativa per tutti coloro i quali considerano la tutela della propria privacy come una priorità. Il fatto poi che si tratti di software libero, a codice aperto, lo mette al riparo da qualunque possibile manipolazione malevola. Va da sé che essendo basato sul p2p, più utenti lo utilizzano, meglio funziona. Al momento gli utilizzatori sono ancora pochi.

Per ultimo, introduciamo ora DuckDuckGo, un nuovo e promettente motore di ricerca che è divenuto il serch engine predefinito sulla distribuzione Linux Mint 12. Anche questo pone in primo piano la privacy dei propri utenti, promettendo di non tracciarli, non conservare i loro dati e l'indirizzo IP, e fornendo se si vuole, anche la connessione alla propria pagina web attraverso https. Il punto di forza è però il tentativo, spesso riuscito, di filtrare i risultati delle ricerche eliminando tutti quei siti spazzatura creati solamente per produrre spam. Questa è forse il problema che maggiormente affligge Google, i cui risultati delle ricerche sono spesso infarciti di siti che nulla hanno a che vedere con le chiavi della nostra ricerca. Provare per credere: provate a digitare "gazzetta del cadavere" su Google e poi su DuckDuckGo. Nel primo caso spesso il sito non compare nei primi 10 risultati, se scritto senza virgolette, mentre in DuckDuckGo appare, e senza bisogno di richiederne l'indicizzazione. L'altro lato della medaglia è che spesso l'indicizzazione di un sito non raggiunge i livelli di Google.
Come Ixquick, anche il DuckDuckGo si avvale dei risultati forniti da altri motori di ricerca, oltre che di un proprio web crawler che setaccia la rete.
Altre importanti caratteristiche sono la grande possibilità di personalizzazione delle ricerche, grazie anche ai comandi cosiddetti !Bang (qui in inglese trovate degli esempi utilizzati per la shell di Linux), l'esistenza di un add on per Firefox, e l'integrazione col network Tor, allo scopo di fornire un'esperienza di navigazione al riparo da occhi indiscreti.
DuckDuckGo è stato creato da Gabriel Weinberg nel 2008, a Valley Forge, PA (USA), ma è solo da quest'anno che è riuscito a raggiungere una dimensione rispettabile, grazie a copiosi investimenti. Secondo compete.com, il sito ha avuto 191.904 visitatori nel marzo 2011, mentre qui potete vedere il trend.

Come vedete, le alternative all'onnipresente Google esistono, soprattutto per chi è desideroso di conservare al meglio la propria privacy, anche a discapito di una lista di risultati non sempre esauriente o completa. Se questi nuovi emuli saranno degni di assurgere al ruolo di autentici rivali della casa di Mountain View, sarà il mercato a stabilirlo. Intanto però provarli non costa nulla.