Notizie tragiche giungono dal Viet Nam. Secondo quanto riferisce la sezione londinese di Amnesty International, una guardia carceraria avrebbe avvicinato la moglie dell'attivista e blogger Nguyen Van Hai, riferendole che il marito, "Potrebbe aver perso un braccio" La guardia non ha fornito dettagli. Il blogger è in prigione da più di due anni e mezzo con l'accusa di evasione fiscale, e avrebbe dovuto essere rilasciato lo scorso 19 ottobre. La donna ha tentato di conoscere la sorte di Nguyen Van Hai, aka Dieu Cay, contattando un colonnello, tale Dang Hong Diep, purtroppo senza risultato. Alcuni blogger vietnamiti hanno scritto una lettera, ripresa da Amnesty International, in cui chiedono che la comunità internazionale faccia pressioni per poter incontrare l'attivista e verificarne le condizioni. Inoltre ne richiedono la scarcerazione incondizionata. Attualmente il prigioniero si trova nel carcere di Xuan Loc, a nord est di Ho Chi Min City; né parenti, né amici, né alcun medico può andare a visitarlo. Assurdamente, le autorità lo hanno anche tacciato di propaganda contro lo stato, benché detenuto. Qualora la notizia si rivelasse veritiera, dimostrerebbe ancora una volta la ferocia di un regime che sembra essere rimasto agli anni '70. Torture di ogni genere, maltrattamenti, pressioni psicologiche, fino ad arrivare anche all'omicidio; tutte pratiche normali in Viet Nam, dove la libertà d'opinione è solo una chimera. Purtroppo Nguyen Van Hai non gode a quanto pare, della fama del dissidente cinese Ai Wei Wei, recentemente rilasciato dalle autorità di Pechino. Sembra che a pochi nella comunità internazionale interessi ciò che accade in uno dei pochi regimi comunisti rimasti al mondo. Le recenti controversie con la vicina Cina a causa dello sfruttamento economico dell'arcipelago delle Spratly potrebbe forse servire ad attirare un po' d'attenzione su questo paese e sui suoi martiri.
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