Argomento
Il regime cinese ancora una volta stronca il diritto a manifestare le proprie opinioni pacificamente. Lo scorso venerdì 27 maggio, nella regione dellla Mongolia Interna, precisamente presso Shuluun Huh - Zhenglan, si è tenuta una manifestazione a favore della cultura dei pastori nomadi, della conservazione dell'ambiente, contro lo sviluppo che devasta le antiche praterie dove da sempre i nomadi mongoli vivono col loro bestiame, cavalli pecore ed altro, in pace ed armonia con la natura. Circa 300 persone si sono radunate, tra residenti dell'area e vicini e pastori nomadi. Ben 40 individui arrestati nell'occasione. La scintilla è stata la morte di un pastore, causata da un veicolo di una compagnia mineraria, guidato da un cinese Han; 2000 persone si erano radunate lo scorso 11 maggio a Xilinhot, chiedendo giustizia, che il governo locale aveva promesso. Poi si sono aggiunte le proteste in difesa delle praterie, devastate dallo sconsiderato sviluppo voluto dal governo centrale sin dagli anni '60. A seguito dei primi mugugni, il governo locale ha proibito ogni manifestazione proprio dallo scorso venerdì. Le scuole sono state chiuse, e la televisione intima agli abitanti di rimanere in casa; un vero e proprio coprifuoco. Agli abitanti di etnia Han è stato chiesto di essere cauti e di evitare incontri con l'altra etnia "perché potrebbero ucciderli". Studenti che intendevano unirsi ai pastori nella protesta sono stati fermati dalle autorità scolastiche e dalla polizia antisommossa. Nonostante ciò alcune centinaia di manifestanti, come riferito, si sono radunati e poi scontrati con la polizia. Secondo quanto trapelato da alcuni residenti, alcuni attivisti che avrebbero fatto trapelare notizie ed immagini, sarebbero già spariti dalla circolazione. Il capillare controllo di internet da parte del regime di Pechino favorisce l'individuazione di coloro i quali diffondono informazioni ad esso invise. RenRen, Sina e Tencent, servizi analoghi a Facebook e Twitter, sono stati bellamente purgati da qualsiasi riferimento alle proteste in atto nella regione. Notizie gioungono da parte del Southern Mongolian Human Rights Information Center, che riferisce di donne e studenti feriti, di raid nelle strutture ospitanti postazioni collegate ad internet, di ispezioni in abitazioni. esercito e polizia controllano strade e piazze di diverse città della provincia: Tongliao, Dongsheng, Ulaanhad, oltre al capoluogo Hohhot.
E' di oggi la notizia che gli studenti di college ed università sono strettamente monitorati all'interno dei campus, e non è permesso loro uscire. Sempre SMHRIC riferisce di personale del governo locale spedito porta a porta per persuadere i Mongoli a non partecipare alle proteste; ciò che viene definita la campagna ideologica di persuasione riguardo all'ottima politica sulle etnie propinata da Pechino.
Siamo dinnanzi all'ennesimo scontro fra il governo di Pechino e le regioni autonome che si trovano in periferia. Tibet, Xinjiang ed ora Mongolia Interna. I popoli si stanno risvegliando, ma la morsa del regime non accenna a diminuire. Qualunque sia l'esito di queste proteste, non saranno certo le ultime. Molto sangue verrà ancora versato.
Di seguito il link di un servizio televisivo che potete trovare su YouTube:
http://www.youtube.com/watch?v=tug7F1Pd5EU
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