Wikileaks rilascia nuovi documenti sulla guerra in Iraq

Inviato da harvey lomax il Dom, 10/24/2010 - 16:12
Argomento
Nei giorni scorsi Wikileaks ha rilasciato dei nuovi documenti, stavolta riguardanti la guerra in Iraq. In essi si narra di episodi in parte già noti, tra cui le torture operate nel carcere di Abu Ghraib, e l'uccisione di reporter e civili da parte di un elicottero Apache dell'esercito USA, rivelazioni sull'uccisione di Nicola Calipari, l'agente segreto italiano. Molti però sono anche i fatti nuovi che emergono, dei quali per prima ha voluto dare notizia Aljazeera. I principali attori sono i soldati iracheni, protagonisti di torture nei confronti di prigionieri, da cui estorcono confessioni con gli stessi metodi utilizzati dal regime di Saddam Hussein. Trattamenti di cui gli USA erano a conoscenza, ma che tranne in un caso, non sono mai stati contestati. E poi molti, troppi morti in cosiddetti incidenti. In tutto si parla di più di centomila morti. Tra questi almeno 66.000 civili, che per cause collegate alla guerra, hanno perso la vita. Fra questi, almeno 15.000 non erano noti. Ora invece si conoscono nomi, luoghi e date, grazie al lavoro di Wikileaks e dei suoi collaboratori. Un'importante fonte d'informazioni in tal senso è registro dell'esercito USA, rimasto sino ad oggi segreto, in cui tutte queste vittime venivano annotate, anche quelle delle fosse comuni. Registro che ha visto la luce grazie all'associazione umanitaria Iraq Body Count. Come detto, i maggiori responsabili sono gli stessi soldati iracheni, tuttavia non mancano documenti che accusano anche gli Stati Uniti. Per esempio l'uccisione di civili presso posti di blocco, inclusi bambini e donne. L'imbarazzo dell'amministrazione USA è evidente, Hillary Clinton ha condannato la divulgazione di quei documenti. Secondo il governo statunitense infatti essi mettono a rischio la vita dei soldati americani nelle varie missioni. E ribadiscono "americani". Pare che degli altri a loro non importi... Inoltre hanno rifiutato di collaborare per epurare la documentazione dai dati sensibili. I dati pubblicati potranno essere utilizzati per condurre cause contro chi ha abusato del proprio potere, come riferito dal rappresentante di Iraq Body Count, John Sloboda, presente alla conferenza stampa a Londra, dove Julian Assange, il portavoce di Wikileaks, ha parlato di questi nuovi documenti.

In seguito alla pubblicazione dei documenti sulla guerra in Iraq da parte di Wikileaks, Il vicepremier britannico, Nick Clegg, ha sostanzialmente chiesto all'amministrazione USA di far luce sulle accuse emerse. Nel corso di un'intervista alla BBC, ha rimarcato come queste siano molto gravi, a partire dalla coperture delle torture operate dai soldati dell'Iraq, alle vittime civili occultate. Gli ha fatto eco David Cameron, domandando un approfondimento sulle accuse formulate nei confronti degli Stati Uniti. Per quanto riguarda l'Italia, dagli incartamenti sarebbero emerse due nuove questioni, dopo quella riguardante l'agente Nicola Calipari ucciso ad un check point americano. La prima riguarderebbe un episodio del 5 agosto 2004; un'ambulanza colpita dai militari italiani presso un ponte a Nassiriya. Il rapporto parlava di un mezzo da cui erano stati esplosi colpi d'arma da fuoco, ma pare che questo si riferisse ad un episodio successivo. In realtà, secondo le testimonianze raccolte e l'inchiesta che ci fu al tempo, circa un'ora prima ci fu un'ambulanza con una donna incinta ed altre persone che transitò lungo quel ponte, dove fu colpita ed esplose. Ciò conferma la testimonianza del lagunare che dichiarò di aver fatto fuoco contro il mezzo di soccorso senza sapere di che cosa realmente si trattasse (leggi l'articolo sul Corriere della Sera) La seconda vicenda riguarda invece il sergente Salvatore Marracino. Secondo il rapporto ufficiale, morì a causa di un colpo partito accidentalmente da un'arma inceppata; su di uno dei file di Wikileaks si legge invece che morì a causa di fuoco amico. In Iraq intanto è stata istituita una commissione d'inchiesta interministeriale per appurare quanto pubblicato da Wikileaks.