Vietnam, pugno duro contro gli oppositori del regime.

Inviato da harvey lomax il Sab, 01/23/2010 - 14:10
Argomento
Quattro oppositori del regime comunista sono stati condannati da un tribunale di Ho Chi Min City. L'accusa era di aver perpetrato "attività sovversive atte a sovvertire l'amministrazione popolare" ovvero lo Stato, in violazione dell'articolo 88 del codice penale vietnamita. L'avvocato civilista che si batte per i diritti umani Le Cong Dinh, 41 anni, è stato condannato a 16 anni di reclusione; il blogger Nguyen Tien Trung, 26 anni, condannato a 7 anni, mentre Tran Huynh Duy Thuc, di anni 43, e Le Thang Long, 42, dovranno scontare 5 anni. I primi tre avrebbero potuto anche subire una condanna a morte; dovranno comunque scontare altri tre anni di arresti domiciliari. Gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di aver organizzato una campagna in collusione con elementi reazionari presenti fuori dal paese. Avrebbero preparato decine di documenti, anche su internet, contro il il governo, come una bozza di una nuova costituzione, e costituito associazioni a carattere sovversivo, piuttosto che connessioni con gruppi o partiti già dichiarati fuorilegge in Vietnam. Dinh e Trung avrebbero ammesso di aver violato la legge, ottenendo probabilmente una sentenza mitigata. Al tempo stesso però Thuc ha asseririto che le investigazioni sul caso non sono state condotte nel rispetto della legge. I quattro sono gli esponenti di spicco di una più ampia retata effettuata dal regime comunista nel corso del 2009. La condanna dei quattro segue di pochi giorni quella di Tran Ahn Kim, che dovrà scontare 5 anni e 6 mesi in prigione, e 3 anni agli arresti domiciliari. Anch'egli è stato ritenuto colpevole di “condurre attivita’ volte ad abbattere l’amministrazione del popolo”, e rischiava quindi la pena di morte. L'uomo, ex tenente colonnello dell'esercito, fa parte del Partito Democratico Vietnamita e del gruppo pro democrazia Bloc 8406, entrambi dichiarati fuori legge. E' stato arrestato nel luglio 2009, per aver pubblicato su internet contrari al governo. Nel corso del processo, durato quattro ore (altro che processo breve in Italia!), l'accusato ha tentato di difendersi, ammettendo la partecipazione ai suddetti gruppi, ma asserendo di essere nel giusto e di combattere pacificamente per la libertà ed i diritti umani. Inoltre ha affermato che l'impianto accusatorio costruito nei suoi confronti è stato attuato in violazione delle norme legislative vigenti. Il giudice lo ha interrotto e gli ha successivamente negato la parola. Nonostante i grandi progressi in campo economico, il Vietnam rimane uno dei paesi annoverati da Reporters Without Borders, tra i nemici di internet. Recentemente attivisti ed oppositori del regime hanno iniziato a farsi sentire con maggiore frequenza, ma il regime non è intenzionato a fare concessioni, soprattutto in vista del congresso di partito che si terrà l'anno prossimo.