Argomento
Barak Obama è il nuovo re degli Stati Uniti. Una vittoria lungamente annunciata, nonostante qualcuno in Italia continuasse ad insistere che i giochi non fossero ancora fatti. Infatti c'è stata una differenza di circa sei milioni di voti dall'altro candidato McCain, noto più che altro per aver verbalmente sfidato Chuck Norris. Tale sfida è costata al canuto uomo dell'Arizona la presidenza. Tuttavia gran parte del merito dell'elezione del primo presidente afroamericano, non è dello stesso Obama, dei Sette Nani, o del favore degli astri. Se Obama ha vinto, lo deve a George Dabbliù Bush: in otto anni di presidenza ha fatto talmente tente cazzate, che la gente ha preferito rischiare un giovane, forse inesperto, ma votato persino da membri del KKK, piuttosto che correre il rischio di altri quattro anni di governo repubblicano di stampo bushista.
Moltissimi si aspettano grandi cambiamenti: il ritiro delle truppe da Iraq ed Afghanistan, la risoluzione della crisi economica, il cambiamento dei rapporti con le potenze orientali. Peccato che la politica estera degli USA sia la sempre stessa dai tempi di Roosvelt. Un grande contributo di voti è venuta dalle minoranze, che ora si aspettano grandi cose, come anche il resto della popolazione, forse in questo momento più interessata alla politica interna ed ai problemi quotidiani, che non a ciò che accade al di fuori dei confini. Sarà poi da valutare quale sarà l'atteggiamento del neo presidente nei confronti di internet, delle sue dinamiche, se vorrà mantenere l'attuale stato di cose oppure optare per una politica più propensa al mantenimento dei diritti civili a discapito dell'enorme potere sino ad ora concesso alle agenzie governative (ed alle lobbies dell'intrattenimento). Vedremo se il Patriot Act continuerà ad esistere ed eventualemente in che forma.
Su di una cosa comunque gli analisti sono tutti d'accordo: sicuramente Obama porterà alla Casa Bianca una nota di colore...