Il raccapricciante fatto è accaduto lo scorso febbraio. Esso riflette quanto riferito dal 48enne Arthur Cradock alla polizia di Motueka, una località della Nuova Zelanda, verde territorio conosciuto per le sue pecore, per i kiwi, e per essere vicini all'Australia, patria di leggi balzane e inutili per il controllo di internet, dove presto anche i canguri avranno diritto di voto. Ma torniamo al vombato neozelandese. Il bastardo marsupiale avrebbe abusato sessualmete del povero Cradock, il quale ha avvisato telefonicamente la polizia, asserendo che dopo il fattaccio avrebbe iniziato inspiegabilmente a parlare in australiano (d'altro canto chi non parlerebbe in australiano dopo essere stato sodomizzato da un vombato?) Successivamente però la vittima avrebbe nuovamente telefonato, dichiarando di non voler più denunciare il vombato. A questo punto la polizia non ha più creduto al malcapitato Arthur, ed un giudice lo ha condannato a 75 ore di servizi sociali per procurato allarme. La verità è però probabilmente un'altra: l'astuto vombato, una volta esaurite le proprie perverse voglie, è poi probabilmente tornato sul luogo del delitto, minacciando la vittima di ritorsioni qualora lo avesse denunciato. Quindi il neozelandese, oltre ad essere stato stuprato da una bestia, è stato anche punito dal lungo braccio della legge. Ancora una volta dobbiamo rilevare con tristezza la mancanza di una vera tutela nei confronti delle vittime di violenze ed abusi sessuali, in un territorio ancora in parte selvaggio, governato dalle leggi della natura anziché da quelle moralmente ineccepibili dell'uomo. E come al solito, governi e politici non fanno niente, se ne stanno a guardare, sonnecchiando beati nei loro uffici, mentre crudeli marsupiali scorrazzano liberamente in cerca di altre vittime.
A sinistra, tratta dalla versione tedesca di Wikipedia, l'espressione idiota di un vombato, confrontata con quella a destra, ancora più idiota, del suo cugino koala: se li incontrate per strada, fuggite ed avvertite immediatamente il WWF!