Colossale furto di dati di dipendenti del governo americano

Inviato da harvey lomax il Mer, 07/01/2015 - 18:45
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Alcuni giorni fa i mass media hanno reso noto il furto di dati di dipendenti del governo americano, presenti e passati, di diverse agenzie, ma anche di contractor. Hacker, che si suppone legati al governo cinese, abbiano fatto breccia nei terminali dell'Office of Personnel Management, trafugando i dossier dei dipendenti, frutto in parte di moduli compilati volontariamente dagli stessi prima dell'assunzione, ma in gran parte raccolti in seguito ad una vera e propria attività investigativa condotta allo scopo di inquadrare il personale e raccogliere su di loro il maggior numero di dati possibili, in modo tale da poter individuare eventuali criticità. Oltre al fatto che quei dati personali sono ora in mano ad ignoti, va aggiunta anche la beffa: i faldoni raccolti infatti raccolgono una gran quantità di dati imbarazzanti sul personale; ciò in quanto i colloqui lavorativi ed interni erano talmente profondi ed intimi da mettere completamente a nudo la vita degli interrogati. Dalle tendenze sessuali, a quelle religiose, dalle relazioni extraconiugali agli abusi, relazioni di lavoro e personali, conoscenze, aspetti del proprio carattere e personalità. I dettagli più compromettenti riguardano ovviamente la sfera della sessualità, e la passione morbosa delle agenzie governative americane e dei suoi sgherri per quel tipo di dettagli emerge ancora una volta. Una parte di quelle informazioni è stata resa pubblica e può essere consultata a questo indirizzo web: http://www.dod.mil/dodgc/doha/industrial/
Un ufficiale ora non più in servizio ha per esempio dichiarato di essere stato interrogato con la macchina della verità in merito a possibili atti sessuali con animali: ora quel dato si trova presumibilmente nelle mani degli hacker. Gli analisti delle agenzie governative sono più interessati ai dettagli piccanti più che a terrorismo e questioni di sicurezza reali.
Le dimensioni della breccia sono incredibili: si parla di 18 milioni di individui interessati, per carriere che possono coprire anche 30 anni. Una tale quantità di informazione, secondo alcuni esperti, potrebbe causare molti più problemi di quanto non (presumibilmente) causato dalle rivelazioni di Edward Snowden in ambito del Datagate. Le vittime della fuga di dati sono ora divenuti soggetti potenzialmente ricattabili: una potenza straniera in possesso di quelle informazioni potrebbe infatti utilizzarle per costringere qualcuno di loro a rivelare dettagli della propria attività in seno alle diverse agenzie.
La morbosa curiosità del governo verso i propri dipendenti gli si è ora ritorta contro. Chi spia finisce prima o poi con l'essere spiato.