Giappone, una piattaforma per le soffiate.

Inviato da harvey lomax il Sab, 12/20/2014 - 19:40
Argomento

In tempi recenti, nel Parlamento del paese del Sol Levante ha fatto capolino una discussa legge. E' stata infatti approvata una proposta che prevede pene sino a 10 anni di prigione per chi facesse venire allo scoperto notizie riservate, mentre coloro i quali incoraggiassero tale pratica, ivi inclusi i giornalisti per i quali le soffiate costituiscono la "materia prima", si prefiggono pene sino ai 5 anni. Oppositori di Shinzo Abe in una manifestazione anti militarista. Img by George Dunkley on tumblr. License unknown, use under fair useUna legge contro la trasparenza ed i media, secondo molti, voluta dal governo del reazionario primo ministro Shinzo Abe per poter tenere all'oscuro la popolazione dalle proprie oscure manovre, specie quelle attuate per tarpare le ali ai movimenti di opposizione (per esempio quelli che si oppongono al patto commerciale del Pacifico, il TPP, oppure agli attivisti contro il nucleare che dopo il disastro di Fukushima continuano a protestare a causa delle evidenti deficienze del governo). Così la definisce anche Reporter Senza Frontiere, che la considera una grande minaccia alla libertà d'informazione senza precedenti. Centinaia di persone si sono radunate all'indomani dell'approvazione del disegno di legge, in segno di protesta. Alcuni manifestanti hanno asserito che una norma sifatta porterebbe ben presto il livello del paese allla pari con nazioni quali la Cina, la Russia  e la Corea del Nord, sottoi l profilo delle libertà dei cittadini. Altri hanno prospettato il timore che le numerose ambiguità contenute nel testo possano riportare il Giappone all'era del controllo della pace ed ordine pubblico, in vigore durante il secondo conflitto mondiale. Si tratta della seconda manifestazioen popolare contro la norma liberticida, già nel novembre 2013 ben 10.000 persone ne avevano chiesto il ritiro. Ciò nonostante, come in tutte le finte democrazie di stampo occidentale, chi ha il potere prosegue dritto per la propria strada, incurante del volere popolare. Ad ogni modo, sembra che alla maggior parte dei Giapponesi vada bene così, visto che Abe ha vinto le ultime elezioni. Egli asserisce che si tratti di una legge indispensabile a proteggere il paese dalle mire spionistiche della Corea del Nord e dall'espansionismo cinese, ed a permettere una maggiore collaborazione con gli USA, grazie al maggior tasso di segretezza che la legge dovrebbe garantire. In un'epoca in cui il revisionismo storico prende sempre più piede nel paese, grazie alle politiche nazionaliste intraprese dal governo Abe, ed il negazionismo delle atrocità compiute dall'impero nel corso del conflitto sino-giapponese e della seconda guerra mondiale diviene quasi una dottrina di stato.non ci si deve meravigliare se il Giappone pare aver dimenticato la lezione di Hiroshima, e forte di uno scacchiere politico assai diverso da quello del secolo scorso, ha intrapreso nuovamente la strada del nazionalismo, spinto da quelle correnti di destra da sempre presenti nel paese, che ora godono di un nuovo supporto sia interno che esterno teso a limitare l'espansionismo politico e territoriale della Cina. Leggi come quella approvata pochi giorni fa ne sono la dimostrazione.
Fortunatamente Masayuki Hatta professore della Surugadai University ed attivista ha realizzato una piattaforma web, che egli ritiene non essere assolutamente illegale, per favorire le soffiate in maniera anonima. Essa si basa su di un progetto a codice aperto, e permette l'accesso attraverso il circuito anonimizzante Tor. In tal modo la fonte dovrebbe essere in grado di fornire il materiale informativo in sicurezza, senza pericolo di essere scovata. Rimane tuttavia il dubbio in merito ad una possibile azione cesoria da parte del legislatore o delle forze dell'ordine, non appena le prime scottanti rivelazioni dovessero fluire attraverso la piattaforma. In questi casi è sempre meglio utilizzare servizi che si trovano all'estero, al di fuori della giurisdizione dei censori; è molto più facile aggirare un eventuale blocco su internet che non escogitare un nuovo sistema per ovviare alla chiusura della suddetta piattaforma.