Finalmente il governo si è deciso, e nei giorni scorsi ha informato l'India che i due soldati italiani da essa detenuti illegalmente, non sarebbero rientrati dopo il permesso conseguito per votare.
Un atto dovuto. Una decisione che l'Italia, in ossequi alle leggi internazionali, avrebbe dovuto prendere sin dall'inizio, ovvero proteggere i propri uomini e rifiutare di consegnarli all'India. Ma perché diavolo l'Italia dovrebbe, secondo una certa intellighenzia prettamente sinistroide, assecondare le assurde pretese di un altro stato di processare il proprio personale militare che per convenzione, in caso di crimini deve essere processato dal porpio paese? Perché diavolo quando sono i marines americani a commettere dei crimini, questi non possono essere processati dalle autorità afghane o dell'Iraq, mentre i marò si? Perché diavolo i marines accusati di stupro ad Okinawa vengono semplicemente rispediti negli USA ed invece noi abbiamo consegnato i nostri uomini ad una nazione dove da anni è palese un sentimento anti italiano in certe frange della politica?
Marco Travaglio in televisione ha parlato della "solita Italietta che fa le solite figure, impegnandosi ufficialmente per poi rimangiarsi la parola". Non è così! Questa è stata una delle poche occasioni in cui il nostro governo ha dimostrato di avere gli attributi e di non piegarsi alle assurde pretese della controparte. Che i due militari siano colpevoli ho meno dei reati ascritti lo si vedrà nel processo. Qui in Italia, non in India dove i due attendono da epoche remote di essere giudicati, dove le autorità si sono perse i loro passaporti, dove ancora non si sono accordati sulla giurisdizione. Sembra di essere in Italia! Allora tanto vale processarli qui.
Che dire poi del governo indiano, che in queste ore ha deciso di impedire al nostro ambasciatore di lasciare il paese, in palese violazione di tutte le norme della diplomazia? Bisognerebbe applicare la legge del taglione, e fare lo stesso con l'incolpevole ambasciatore indiano. Ad ogni azione, rispondere con un'uguale contromossa.
L'Italia, come le altre nazioni impegnate nella lotta alla pirateria, è andata in quei mari, mari internazionali, per proteggere i propri interessi e le vite dei marinai. Ciò che è accaduto ai pescatori indiani è stato un terribile incidente, e se i due militari hanno sbagliato, pagheranno. Ma se invece di Italiani fossero stati Americani? Siamo sicuri che il trattametno riservato sarebbe stato completamente diverso, con il governo indiano ad ossequiare gli USA ed affermare che l'incidente è stato tutta colpa dei pescatori.
L'Italia è stufa di fare la pecora! Siamo stufi di mandare i nostri militari in giro per il mondo per proteggere vite umane e poi essere presi a pesci in faccia! Perché non c'erano navi militari indiane nel luogo dell'incidente invece di quelle nostrane? Se essi rivendicano la giurisdizione, avrebbero dovuto anche essere presenti su quelle rotte a tutela delle imbarcazioni di passaggio, invece che far fare il lavoro ad altri. E' proprio vero che bastano un paio di bombe atomiche per montarsi la testa.
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