Oggi, 25 giugno 2024, è una giornata memorabile per la libertà di stampa.
Julian Assange è tornato finalmente libero dopo 14 anni di ingiusta ed arbitraria detenzione, fra asilo nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra ed il carcere duro in isolamento a Belmarsh, per ben 1901 giorni. Ciò grazie ad un compromesso raggiunto con la giustizia statunitense, per la quale rischiava 175 anni di prigione. Egli ha dovuto dichiararsi colpevole di cospirazione per avere diffuso 700.000 documenti secretati, ed accettare la condanna di 62 mesi che egli ha comunque già scontato a Londra. È uscito dal carcere ieri ed ha preso un volo per le Isole Marianne, territorio USA, dove farà tappa per incontrare il giudice incaricato del patteggiamento, prima di ritornare a casa sua, in Australia. Cinque anni in una cella di 2×3 metri, isolato 23 ore al giorno, una pena che spesso nemmeno i più efferati criminali subiscono (vedi Anders Behring Breivik...). Tutto ciò, solo per aver rivelato la verità. Le accuse di stupro in Svezia, palesemente un tentativo di farlo arrestare per poi estradarlo negli USA, si rivelarono essere una forzatura (in Svezia il concetto di stupro è alquanto differente rispetto a quello italiano), ed a più riprese le presunte vittime dichiararono di essere state persuase dalla polizia ad accusare Assange. In futuro l’attivista chiederà la grazia al presidente americano per cancellare gli effetti dell’accordo sul riconoscimento di colpevolezza di uno dei 18 capi d’accusa sollevati da Washington.
- Accedi per poter commentare