Europa, copyright esteso a 70 anni

Inviato da harvey lomax il Mar, 09/20/2011 - 13:03
Argomento

Il Consiglio dell'Unione Europea ha annunciato circa una settimana fa, l'adozione della cosiddetta legge Cliff (da Cliff Richards, uno dei promotori nonché arrugginita carretta del rock anni '60). Il diritto d'autore per i performers e case discografiche produttrici di brani registrati viene così esteso a 70 anni dalla data di incisione (mentre per i compositori era già fissato a 70 anni dalla loro morte); gli stati dell'Unione Europea dovranno adeguarsi entro due anni. L'azione di lobbying perpetrata dall'industria dell'intrattenimento ed una petizione firmata da 40.000 artisti ha avuto successo, e l'Europa si allineerà quindi alla normativa americana. Inutile dire che industrie discografiche, autori, interpreti, e detentori dei loro diritti gongolano. Secondo di essi, viene tutelato il lavoro di chi crea e promuove cultura, impedendo ad altri di sfruttare ignominiosamente l'opera dei poveri martiri del mondo dello spettacolo. Secondo il Consiglio, la nuova norma proteggerà soprattutto gli artisti vecchi che hanno iniziato ad incidere da giovani, permettendo loro di continuare a riscuotere i diritti d'autore su questi antichi brani. Nel contempo si tenterà anche di limitare la pratica del fuori catalogo spesso operata dalle etichette discografiche. D'altro canto però sono in tanti a sostenere invece che l'allungamento del limite sarà un danno per la libera circolazione di opere, molte delle quali finiscono nell'oblio molto presto, molto prima della morte del cantante - interprete di turno. Se le case discografiche se la ridono, gli artisti hanno ben poco da ridere: ben l'80% dei proventi del diritto d'autore finisce nelle tasche dell'industria, secondo alcune stime. Grafico suddivisione ricavi industria musicale Altre stime, dell'anno passato, parlano del 13% all'artista, da cui devono essere ritagliate svariate fette per i manager, avvocati, produttore, ecc. Grafico suddivisione ricavi di una band I suddetti artisti dovrebbero pertanto andarsi a vedere un po' queste percentuali, prima di cantare vittoria, e riflettere sul fatto che magari non è la pirateria che non li fa guadagnare (là dove per altro diversi studi, anche recenti, hanno dimostrato che chi scarica musica e film dalla rete è poi la stessa persona che va nel negozio a comprare l'originale), quanto tutto quel baraccone di case discografiche e cinematografiche, promotori, manager, talent scout e chi più ne ha più ne metta: la torta se la pappano in gran parte loro! Secondo il Center for Intellectual Property Policy & Management, situato in Gran Bretagna presso la Bournemouth University, l'introduzione della nuova legge costerà ai cittadini della Comunità Europea un miliardo di euro. Tutti soldi che usciranno dalle tasche dei cittadini, dei contribuenti, mentre nemmeno un centesimo sarà a carico delle società che raccolgono i proventi del diritto d'autore e soci. Per quanto riguarda le entrate, sempre secondo questi studi, il 72% andrà alle etichette, il 28% agli artisti, o meglio, ai grandi artistie band, poiché in realtà a quelli piccoli andrà solamente il 4%. Link utili: Il testo della nuova norma in pdf Articolo su Repubblica Center for Intellectual Property Policy & Management Articolo su Arstechnica

Nota: i due grafici rappresentano stime risalenti al 2010 secondo quanto riportato dal sito theroot.com