Vasco Rossi denuncia Nonciclopedia

Inviato da harvey lomax il Lun, 10/03/2011 - 21:53
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NonciclopediaNonciclopedia (in caso di infrazione copyright per il logo prego informare il webmaster)Nonciclopedia, il celebre sito satirico che fa il verso a Wikipedia, è stato denunciato da Vasco Rossi per diffamazione. Gli amministratori hanno "chiuso" tutto il sito, in attesa che un giudice profferisca sull'accaduto. In realtà le varie sezioni sono raggiungibili tranne il menù a sinistra, è soltanto la pagina principale ad essere stata modificata. Nel febbraio del 2010, gli avvocati del Blasco avevano presentato una denuncia per via di una pagina dedicata al presunto cantante; gli amministratori avrebbero, dopo un'amichevole discussione con la Polizia Postale che li ha convocati in questi mesi, prima rimosso la pagina incriminata e poi bloccato l'intero sito per protesta. Le versioni fra le due parti non sembrano coincidere perfettamente, ma stando a quanto riferiscono gli amministratori sullo stesso sito, l'avvocato di Vasco non avrebbe risposto alle loro missive dove si offriva collaborazione allo scopo di rimuovere le parti incriminate. La convocazione da parte della Polizia Postale ha poi spinto per la chiusura, speriamo momentanea del sito. Nel frattempo Facebook, Twitter e gli altri social network, hanno scatenato una protesta contro Vasco, tacciandolo di censura. Egli si difende dicendo di non aver richiesto la chiusura del sito, ma solo la rimozione della pagina incriminata, essendo stufo di ricevere ciò che il suo staff ha definito "insulti gratuiti e quotidiani". Va da sé che per la natura stessa di Nonciclopedia, su cui chiunque può scrivere, in special modo giovani e giovanissimi, spesso si possono leggere improperi, parolacce ed insulti, ma tutto rientra nell'ambito della satira, solitamente non lo si fa per offendere realmente. E' ben peggio ciò che si ascolta in televisione e lì c'è ben poco da ridere. Comunque vada a finire, il perdente dello scontro sarà il cantante di Zocca, che non ha saputo cogliere lo spirito del sito e di chi ci scrive, molti dei quali suoi (ex?) fan. Ma il Vasco di 30 anni fa avrebbe fatto lo stesso? Inutile dire che la Gazzetta del Cadavere è dalla parte di Nonciclopedia.

Pare in via di risoluzione la diatriba fra Nonciclopedia e Vasco Rossi. I primi hanno presentato una lettera di scuse sul proprio sito: Cari lettori, Ringraziandovi per il caloroso sostegno, vogliamo innanzitutto chiarire che ci dissociamo dalla violenza con cui il web ha reagito alla nostra decisione di oscurare il sito. Il nostro intento non è mai stato quello di incitare l'utenza contro Vasco, quanto quello di informarla dei fatti avvenuti. Ci scusiamo se i contenuti della pagina di Vasco Rossi siano sembrati diffamatori, ma non c'è mai stata l'intenzione di offendere il cantante. Aggiungiamo che non abbiamo responsabilità su alcuni stralci della pagina di Vasco Rossi che circolano in rete (e che sono stati diffusi da alcuni TG) poiché non corretti, in quanto non sono mai stati presenti sul nostro sito. Da entrambe le parti c'è una volontà di garantire umorismo di qualità, pertanto non escludiamo la possibilità futura che un giorno su Nonciclopedia tornerà ad esistere un articolo su Vasco Rossi che faccia ridere tutti quanti. Tania Sachs, la portavoce ufficiale del rocker, ha assicurato che ritirerà la querela contro Nonciclopedia. Pare quindi che l'avvocato ritirerà la querela. Il clamore suscitato dalla vicenda, proposta anche dai media convenzionali, ha provocato una marea di insulti contro il cantante italiano, che era esattamente ciò di cui egli si lamentava. La mossa della denuncia non è stata pertanto molto azzeccata. L'unico effetto che ha ottenuto è stato quello di piegare gli amministratori del sito, tutt'altro che intenzionati a sostenere un'eventuale causa in tribunale. Tuttavia, come si è visto, una cosa è il sito e chi lo gestisce, altro chi lo legge e ci scrive, ovvero gli stessi che hanno poi scatenato il marasma su Facebook e Twitter. Possiamo dire che sia finita con un pareggio? Forse, ma più che altro a noi sembra una vittoria dell'arbitro: mica il giudice della querela, intendiamo, il Popolo della Rete!