Wikileaks nel caos

Inviato da harvey lomax il Ven, 09/02/2011 - 20:39
Argomento
Wikileaks ha subito un pesante attacco informatico tra il 31 agosto ed il 1 settembre scorsi. Il sito è stato reso irraggiungibile a mezzo DDOS per qualche ora, rendendo così impossibile la lettura dei nuovi cablogrammi rilasciati. Un nuovo dominio è stato approntato in fretta all'uopo, mentre sull'account Twitter del sito di soffiate su susseguivano le notizie sui rilasci. Si parla di circa 134mila documenti, riguardanti in particolar modo Svezia ed Australia. Dopo un periodo di apparente oscurantismo da parte dei media, si torna a parlare di Wikileaks. Prima le controversie con l'ex membro Daniel Domscheit-Berg ed i suoi circa 2GB di dati che i portavoce del sito dicono essere stati da lui trafugati; Poi la recente diatriba, possibile origine di una causa legale nei confronti del Guardian, uno dei giornali che ricevono in anteprima le soffiate dal sito. Il motivo un file criptato diffuso in rete, del quale il quotidiano inglese, o meglio uno dei suoi redattori, conosceva la password, che è poi stata resa disponibile al pubblico. Il file però conteneva nomi e riferimenti che permettono di rintracciare certi personaggi, come per esempio gli informatori, solitamente oscurati prima della pubblicazione. Ciò a fatto scaturire polemiche e reciproche accuse fra i due contendenti. Il giornale d'oltremanica asserisce che Assange avrebbe detto che la password di quel file avrebbe dovuto essere cambiata qualche ora dopo aver riferito la vecchia al girnalista. Il punto di vista di Wikileaks si trova invece qui. Tra versioni dei fatti contrastanti, rilasci che incalzano e file criptati sparsi a quattro venti, non si capisce più nulla. Persino i media danno ognuno una versione diversa. Il risultato è un grande caos, che se da un lato è servito, forse, a riaccendere i riflettori sulla creatura di Julian Assange, dall'altro genera confusione sia tra i normali utenti di internet che fra gli addetti ai lavori. Insomma, così non si può lavorare, e quel modo trendy di comunicare gli avvenimenti in 140 caratteri, chiamato Twitter, non si addice certo a chi deve intrattenere rapporti di un certo tipo con stampa e pubblico; può servire in casi di emergenza, ma poi non dovrebbe essere quello il metodo prevalentemente utilizzato per comunicare. E' tanto difficile iniziare un discorso e concluderlo senza nel frattempo parlare d'altro con altra gente? Se vuoi che la gente legga quella mole infinita di documenti, come speri di invogliarli con 140 (o meno) caratteri? Sarebbe come scrivere a scuola un tema lungo come un SMS. Datevi una regolata per favore!

Qui sul blog ilnichilista trovate un'appropriata cronologia degli ultimi eventi di cui si parla nell'articolo, con un'analisi delle ragioni e dei torti dell'una e dell'altra parte. Chiaro e semplice, lettura consigliata.