Argomento
Dopo il blocco di Facebook, le autorità pakistane hanno deciso di estendere le maglie della censura sul web. Si parla di più di 400 siti resi inaccessibili. Tra questi Wikipedia, Youtube e Flickr, ma anche il browser in dotazione ai Blackberry. Tutto per contrastare la presenza di contenuti blasfemi sulla rete. Ma dietro questo tentativo di salvaguardia della moralità si cela forse un tentativo più ampio di controllo da parte del governo, la cui inclinazione a soddisfare le frange religiose più estremiste, a discapito della libertà d'espressione, è cosa ben nota. Le connivenze fra politica e religione causano sempre sfaceli. Il Pakistan, fedele alleato dell'Occidente nella lotto contro il terrorismo, può contare sul silenzio assenso delle nazioni amiche nelle vicende che lo vedono passeggiare allegramente sui diritti umani e civili dei suoi cittadini.
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