Cheonan, le prove inchiodano la Corea del Nord

Inviato da harvey lomax il Dom, 05/23/2010 - 18:19
Argomento
Una commissione internazionale di esperti ha appurato che l'affondamento della corvetta sudcoreana Cheonan nel Mar Giallo, è stato causato da una torpedine nordcoreana. I resti della stessa, su cui compare una scritta in alfabeto coreano, riconducibile ad un numero seriale simile a quello rinvenuto su di una torpedine nordcoreana rinvenuta nel 2003, le tracce di esplosivo riconducibile al blocco delle forze dell'est, ed altri frammenti della torpedine, riconosciuti come di origine cinese o russa, lasciano spazio a pochi dubbi. O meglio non lasciano proprio dubbi. Potrebbe trattarsi di un siluro Yu-3G, sviluppato in Cina nella metà degli anni 80, con un raggio di 12 Km, in grado di individuare la traccia sonora del bersaglio e di spezzare la corvetta in due. I risultati delle indagini sono stati presentati ai mass media sudcoreani, destando ancora una volta l'indignazione dell'opinione pubblica, che ora, a maggior ragione, preme sempre più perché vengano presi provvedimenti, contro quello che viene da più parti considerato come un vero e proprio atto di guerra. Il governo è sotto pressione, e chiede il sostegno della comunità internazionale. I paesi occidentali si sono già schierati a favore di una serie di risoluzioni contro la Corea del Nord. Quest'ultima continua a negare la responsabilità dell'affondamento, e per mezzo del ministro Kim Yong-chun richiede a gran voce che la Corea del Sud accetti la visita di ispettori del nord per la verifica delle prove, ed asserisce che allo stato attuale non è stata fornita alcuna dimostrazione certa del coinvolgimento del suo paese. Nel frattempo, stando a quanto riferito nei giorni scorsi dal quotidiano Korea Times, anche la Cina avrebbe cambiato atteggiamento, dopo la pubblicazione delle evidenze dei fatti. Se in un primo tempo la sua diplomazia faceva intendere che portare la questione negli uffici dell'ONU non sarebbe stata una buona idea, in quanto avrebbe potuto indispettire Kim Jong-Il, ultimamente vi sono stati segnali di una maggiore prudenza. In cosa consista questa maggiore prudenza non è dato al momento sapere, in quanto si tratta di notizie ufficiose, da una fonte governativa che non vuole essere nominata. Ci si aspetta comunque una dichiarazione sulla posizione cinese da parte del capo di governo Wen Jiabao, all'East Asian Summit. Il nodo dei rapporti fra Corea del Sud e Cina è comunque fondamentale; se da un lato Seoul ha sempre mantenuto un basso profilo nei confronti di Pechino, che oltre ad essere una potenza politica e militare è anche il maggior partner commerciale, dall'altro lato osservatori interni rimangono indispettiti dall'atteggiamento servile nei confronti del mastodontico vicino, e non risparmiano critiche anche pesanti al governo. "Fino a quando - ci si chiede infatti - si dovrà continuare a subire le continue provocazioni di Kim Jong Il senza reagire, per paura di Pechino? Perché dover sempre attendere il benestare di quest'ultimo prima di poter prendere provvedimenti come sanzioni economiche od il ricorso all'ONU? Non ha forse ogni nazione diritto all'autodifesa, quantomeno in casi conclamati come quello della Cheonan?" Certo la situazione non è semplice, la stessa Cina si trova ora fra due fuochi, con le pressioni internazionali capeggiate dalla diplomazia sudcoreana, ed il patto di fedeltà che la lega al Caro Leader, il quale, a scanso di equivoci, ha incontrato i vertici del partito comunista cinese proprio nei giorni scorsi, nel corso di una visita ufficiale, allo scopo di richiedere ulteriori finanziamenti, ma probabilmente anche per verificare l'atteggiamento nei confronti della vicenda e ribadire il patto d'acciaio fra le due nazioni, a scanso d'equivoci. Nel frattempo emergono nuove ipotesi in merito all'affondamento. Secondo fonti dell'intelligence sudcoreana, l'azione sarebbe stata preordinata. Condotta da un vascello d'appoggio e da un sommergibile, simile a quelli di classe Shark, ma della stazza approssimativa di 130 tonnellate, come quelli di classe Ghadir venduti all'Iran. Questa nuova tipologia è dotata di alta tecnologia, di visori notturni e persino di una basilare capacità stealth, sufficiente comunque ad evitare l'intercettamento da parte del sonar vecchio tipo della Cheonan. Questi nuovi sommergibili appartengono alla classe denominata Yuno, ovvero Salmone. I Nordcoreani avrebbero atteso l'arrivo della nave bersaglio, per poi centrarla con una torpedine. I due vascelli sarebbero poi rientrati il 28 marzo nel porto di Cape Bipagot. Sempre fonti dell'intelligence riferiscono di possibili manovre di forze navali di Pyongyang (esercitazioni?) nei giorni precedenti al siluramento, nonché di operazioni di infiltraggio e pattugliamento nei pressi dell'isola di Baeknyeong, teatro poi dello scontro navale. Inoltre sembrerebbe che nel medesimo periodo due mezzi sottomarini della stessa neonata classe siano sfuggiti ai radar di Seoul una volta lasciato il porto dove erano ancorati. Ciò avrebbe dovuto lasciar supporre l'utilizzo di una qualche tecnologia stealth da parte della Corea del Nord, ma evidentemente questa possibilità è stata sottovalutata. Forse non si sarebbero comunque evitati i 46 morti nell'affondamento della Cheonan, tuttavia sembra evidente una certa superficialità nel valutare il fatto. E' probabile che ora verranno presi gli opportuni accorgimenti affinché episodi come questo della Cheonan non si verifichino più. Nelle prossime ore è atteso il discorso del presidente sudcoreano Lee Myung-bak, dove verranno presentate le misure che si intendono approntare nei confronti del regime di Pyongyang, tra cui la presentazione del caso al Consiglio di Sicurezza del'ONU. Indiscrezioni rilasciate dai media locali lasciano anche intravedere la possibilità che nel discorso venga esplicitamente citato (accusato) Kim Jong Il, fatto particolarmente inusuale, e quindi di un certo peso politico. Sull'altro versante il regime della Corea del Nord ha minacciato pesanti ritorsioni nei confronti di Seoul, che potrebbero arrivare anche alla guerra, nel caso questo tenti di imporre sanzioni a livello internazionale, o anche se tentasse di prendersi una "rivincita" militare. La tensione è alta, ma è probabile che il tutto si risolva con nuove sanzioni, la cui efficacia sarà tutta da verificare, ma il cui impatto, si spera, non vada a colpire la già provata popolazione nordcoreana. Probabile che alla fine la Cina dia il proprio assenso per una qualche piccola sanzione, lasciando tutti contenti (o scontenti).