Trento: padre scatta foto al figlio in piscina, scatta allarme pedofilo

Inviato da harvey lomax il Mar, 08/12/2008 - 08:45
Argomento
Prima di tutto, sappiate che se leggerete questo testo, verrete probabilmente tracciati dalle forze dell'ordine. Ormai è caccia alle streghe. La psicosi della pedofilia ha raggiunto un livello altissimo, troppo alto. Ormai siamo arrivati al punto che un padre non può più nemmeno fotografare in santa pace il proprio figlio, che subito qualcuno lo ritiene un pedofilo. L'ultimo episodio di cronaca, riportato dai quotidiani nazonali, ha visto come protagonista un papà che in una piscina comunale di Trento stava riprendendo la nuotata del proprio pargolo. L'uomo è stato avvicinato da un bagnino, perché il regloamento prevede che non si possano effettuare riprese o scattare foto. Certo, è possibile chiedere il permesso, nel qual caso la solerte vigilanza del bagnino o di altro personale, consente di essere sicuri che le riprese non vengano effettuate per turpi scopi, e che il soggetto sia effettivamente in relazione (non sessuale) con chi sta lo sta riprendendo. I responsabili dell'impianto difendono il regolamento, asseriscono che le piscine sono un ambiente favorevole per certi individui, che nessuno può loro garantire che chi sta facendo delle fotografie non sia un pedofilo, o che le stia realmente facendo ad una certa persona (figlio, nipote) anziché ad un'altra. Ma la debolezza di certe affermazioni è palese: allora chi mi garantisce che il padre che fa le foto al figlio non sia un pedofilo? Chi mi garantisce che il bagnino che deve controllare non sia un pedofilo? Chi mi garantisce che fra il personale di servizio delle piscine non ci sia un pedofilo? E la risposta ovvia che darebbero: "Si tratta di personale selezionato" non ci convince per niente! Non sarebbe certo la prima volta se un pedofilo riuscisse ad ingannare i selezionatori ed infiltrarsi così nell'ambiente. Le cronache hanno riportato più casi di pedofili che facevano mestieri in cui erano continuamente a contatto con i bambini: insegnanti, pediatri, maestri di nuoto... Senza contare che le piscine non sono, come facevano notare alcuni giornalli, molto diverse dalle spiagge o da altri luoghi. Ormai la psicosi del pedofilo è diffusa ovunque, qualunque cosa uno faccia, anche la più normale, può essere additata come indizio di pedofilia. Se per recarvi al lavoro passate tutte le mattine vicino ad un asilo, qualcuno potrebbe notarvi e denunciarvi alle forze dell'ordine come possibile pedofilo. Se per strada incontrate un bambino che vi saluta, e voi ricambiate magari con un sorriso, probabilmente siete dei pedofili. Se fate uno dei mestieri a rischio di cui sopra, vi siete tirati la zappa sul piede da soli. Se portate vostro figlio al parco giochi e vi mettete anche voi a giocare con gli altri bambini, siete dei pedofili. Se in metropolitana guardate con insistenza un bambino che continua a fare casino, siete dei pedofili. Se lavorate in un negozio di giocattoli o di fumetti giapponesi, siete dei pedofili. Se leggete un articolo su internet che parla di pedofilia, siete dei pedofili. Se state leggendo questo articolo, siete dei pedofili, oppure un tutore della legge che facendo scansioni su internet si è ritrovato su questa pagina perché la parola pedofilo viene ripetuta un milione di volte; oppure perché è veramente un pedofilo. Se in edicola comperate un giornaletto per bamini, siete pedofili. Poiché riteniamo che buona parte degli adulti appartenenti alla (in)civiltà occidentale abbia almeno una volta nella vita svolto una delle succitate attività, ne consegue che i pedofili devono essere milioni. Cosa potrebbe quindi fare il resto dell'umanità per proteggersi da questa invasione pedofila? - Non fare figli - Farli, ma tenerli chiusi in una scatola di sardine, affinché non possano entrare in contatto con possibili pedofili - Catturare tutti i milioni di (presunti) pedofili e bruciarli sul rogo. Già che ci siamo buttiamoci dentro anche extracomunitari, comunisti, meridionali, ebrei, rom, gente che scarica canzoni e films da internet, bloggers, hackers, punks, metallari, quelli che non pagano il canone RAI, quelli che hanno il colore dell'iride marrone, piante il cui nome inizia con la A. Come? Siete rimasti in tre? Si ma siete tutti bianchi belli e puliti, non era ciò che volevate? Si sta tentendo di inculcare nella mente della gente comune, l'idea che nel mondo ci siano miliardi di pedofili, che il canale preferenziale per catturare prede sia internet, e che chi non la pensa così sia sicuramente un pedofilo. Senza contare che i mezzi d'informazione, spesso e volentieri, trattano una notizia di semplice pornografia con la medesima enfasi con cui trattano le notizie riguardanti la pedofilia, inculcando nell'ascolatore distratto l'idea che si stia parlando di crimini contro bambini, e suscitando quindi maggior disgusto. La colpa di tutto ciò è la morbosità della gente comune a cui piace ravanare nel sottobosco della perversione umana che non può (normalmente) essere soddisfatta in altro modo. Ed i mass media proprio questo fanno, danno in pasto al popolo bue notizie per soddisfare le loro masturbazioni cerebrali. Nessuno si cura dei danni che questo tipo d'informazioni possono causare, quando queste non vengano verificate attentamente e col giusto distacco mediatico che dovrebbe contraddistinguerle, allo scopo di consentire al lettore/ascoltatore una obiettiva valutazione (ma questo è un male comune nel giornalismo). Quante esistenze sono state rovinate in questo modo? Ma di ciò nessuno si occupa. Fa più notizia un indagato che è stato ritrovato con alcuni numeri di Penthouse a casa propria. Sembra di essere tornati ai tempi del maccartismo, in cui si sparava nel mucchio senza guardare, tanto qualcuno di colpevole c'era sicuramente. Non è bruciando le città che si elimina la pedofilia. E lasciamo che a fare i poliziotti siano i poliziotti, non abbiamo bisogno di giustizieri e giudici che si sostituiscano alle nostre regolari istituzioni. Se il problema per Trento è la possibile presenza di pedofili nelle piscine, basta applicare lo stesso criterio che certe eminenze grigie vogliono applicare ad internet: chiudetele!