Dal sito TorrentFreak: Le incredibili affermazioni di un membro della lobby del copyright

Inviato da harvey lomax il Ven, 08/19/2011 - 11:34
Argomento
Abbiamo deciso di riprendere un articolo dal contenuto a dir poco eclatante, pubblicato su TorrentFreak Un pezzo firmato, che riporta la testimonianza dell'autore, presente ad un meeting tenutosi i 27 maggio del 2007, esclusivamente tra adepti della setta antipirateria danese. Fortunatamente però era presente anche qualche infiltrato, tra cui l'autore. Prima di parlarne, una precisazione. L'autore è Rick Falkvinge, che oltre a scrivere sul TorrentFreak, è anche fondatore del Partito Pirata Svedese. Quanto è stato da lui scritto, non è stato sottoposto a verifica da parte nostra. Personalmente però ci crediamo, sia perché si tratta di persona, a nostro giudizio, degna di fiducia, sia perché cita nomi ed eventi con dovizia di particolari. Il pezzo riporta la data del 9 luglio 2009, non conosciamo la ragione per la quale una notizia così importante sia stata riportata solo recentemente, quantomeno da TorrentFreak. Ciò potrebbe far sorgere dei dubbi in merito alla sua autentecità, pertanto quanto scriveremo partirà dal presupposto che Rick Falkvinge riporti quanto realmente accaduto e sentito. In caso contrario le nostre asserzioni sono da considerarsi non valide. Al meeting del 27 luglio 2007, parla Johan Schlüter, capo dell'Antipiratgruppen danese: "Amici miei, dobbiamo filtrare internet per battere il file sharing online.Ma i politici non comprendono che il file sharing è male, e ciò rappresenta un problema per noi. Perciò dobbiamo associare il file sharing con la pedopornografia. Perché questo è qualcosa che i politici capiscono, e che vogliono eliminare da internet. Noi stiamo sviluppando un filtro per la pornografia infantile in collaborazione con IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) e MPAA (Motion Picture Association of America) per dimostrare ai politici che il filtraggio funziona. La pornografia infantile è un argomento che loro comprendono." Sono parole a dir poco sconcertanti, che però non sorprendono più di tanto chi segue le vicende legate alle lobby del copyright ed alle loro clamorose azioni a difesa di un modello di business superato e dei privilegi, soprattutto economici, di una categoria che non tiene conto dell'evoluzione (anche umana) delle tecnologie, e della crisi economica globale, che a quanto pare tutti può toccare tranne l'industria dell'intrattenimento. E' da quando la lotta fra lobby ed i discendenti di Napster si è fatta incandescente, che improvvisamente il mondo si è risvegliato pieno di miliardi di pedofili! E tutti su intenet! Pare che non si aggirino più nei pressi di scuole e luoghi di ritrovo per bambini, che non utilizzino più la normale posta, ma che si ritrovino tutti sulla rete a caccia di pedopixel! Poiché questo è un argomento che fa presa sia sulle masse, sia sui politici, sempre a caccia di facili consensi, ecco che la caccia all'mp3 diventa caccia al pedofilo. In fondo si tratta in ambedue i casi di attività illegali, perché non prendere due piccioni con una fava? Tecnicamente il discorso è semplice: su internet ci sono essenzialmente due metodi per bloccare un certo tipo di traffico. La più semplice, ed anche la più facilmente raggirabile, è quella di operare a livello di server DNS, che sono quelli che risolvono un nome di un dominio/sito, nel suo indirizzo IP; è possibile bloccare o redirigere le richieste per un certo dominio istruendo appositamente i server DNS. Un sistema più blando è quello di agire sulle porte della rete, limitandone il traffico o chiudendole, ma non è possibile sapere se il traffico che le attraversa sia legale o meno, tant'è che spesso a tale metodo sui preferisce una fastidiosa quanto innocua riduzione della banda entrante dell'utente che crea apparentemente troppo traffico (= scarica qualcosa da intenet) sulla propria linea. L'ultimo metodo è la Deep Packet Inspection, che può essere operata dai fornitori di connettività (AT&T, Comcast per esempio), catturando ogni singolo pacchetto che transita sulla linea e ricostruendo pezzo per pezzo TUTTO il contenuto. Appare evidente come un simile meccanismo, oltre ad essere economicamente dispendiosissimo, non è in grado di ricostruire solamente quanto ricercato, ad esempio un'immagine pedopornografica, ma ricostruisce tutto quanto: messaggi, email, numeri di carte di credito, password, bollette, cartelle mediche, siti visitati e quant'altro. Un evidente abuso nei confronti di chiunque, innocente fino a prova contraria. Inoltre tutti questi dati costituirebbero una ricchezza inestimabile se capitassero nelle mani di gente con pochi scrupoli, e nessuna misura di sicurezza potrebbe impedirlo. L'operazione di lobbing che l'industria dell'intrattenimento sta compiendo un po' in tutto il mondo è quella di convincere l'opinione pubblica ma soprattutto i governanti, che un'operazione di filtraggio dei contenuti che transitano su internet sia assolutamente necessaria, brandendo lo spauracchio della pedofilia. Una volta convinti, si passerà all'implementazione dei filtri, i quali, come detto, non sono in grado di distinguere un brano del Trio Lescano da una immagine pedopornografica. A quel punto, se i meccanismi esistono e sono già implementati, perché non utilizzarli anche per castrare il traffico di materiale coperto da copyright? Tra l'altro senza alcuna spesa aggiuntiva, perché i miliardi sono già stai spesi e vanno in carico alla lotta contro la pedofilia! E' evidente, lapalissiano, che lo scopo delle lobby del copyright non sia quello di difendere i bambini dagli abusi, ma solo ed esclusivamente quello di difendere le proprie entrate ed i propri affari! Tanto più se consideriamo il fatto che la pedofilia non si annida esclusivamente su internet, che i pedofili sono ben consci del fatto che le forze dell'ordine già ora sorvegliano siti e comunicazioni, e che forse esistono anche altri sistemi meno rischiosi per loro. Ma tutto questo ai signori dell'intrattenimento non interessa, come ugualmente il fatto che censurare, ovvero nascondere, qualunque cosa su internet, non significa farla sparire. Vuol dire semplicemente nasconderla. Nasconderla e non eliminarla! Come definire quindi il comportamento di questi loschi personaggi, la cui bassezza morale li spinge ad usare dei poveri bambini come specchietto per le allodole per il proprio tornaconto economico? A voi la risposta.