Argomento
Il noto tracker bittorrent The Pirate Bay, ospitato dal provider CB3ROB, è stato messo off line due giorni fa, lunedì, a seguito di un'ingiunzione di un tribunale, causata da una denuncia della lobby del copyright. Nonostante il management di CB3ROB avesse dichiarato di non voler soddisfare l'ordine, alla fine ha dovuto cedere. La cricca di Hollywood sembrava aver avuto la meglio ancora una volta sul tracker, che è stato privato della connessione. Poco tempo prima però, già si erano diffuse voci su di una possibile migrazione di The Pirate Bay verso un altro provider. in tal senso c'è tuttavia una sorpresa. Il leader del Partito Pirata svedese, con una mossa che è stata dichiarata in favore della libertà d'espressione, ha affermato che la connettività al sito sarà assicurata proprio dal partito in questione. Così infatti è, e The Pirate Bay è ora nuovamente online. Rick Falkvinge, il leader del Partito Pirata, ha espresso così la propria solidarietà ai naufraghi della Baia, dimostrando di non tenere le cannonate di RIIA. MPAA e dei loro compagni di merende. "The Pirate Bay è soltanto un motore di ricerca di file torrent" - ha ribadito - "Siamo stufi del gioco del gatto e del topo che Hollywood sta facendo con The Pirate Bay". Ma la mossa del Partito Pirata ha anche un altro risvolto, ovvero quello di sollevare il problema dei diritti dei cittadini su internet, che vedono la propria privacy e libertà d'espressione troppo spesso calpestate da potenti lobbies che tentano, di fatto, di inculcare nei legislatori l'idea che il diritto d'autore sia superiore a qualsiasi altra norma del mondo civile, equiparando chi condivide files protetti da copyright a criminali efferati, costringendo le forze dell'ordine ad occuparsi di teenagers che scaricano canzoni anziché di terroristi pedofili che mettono bombe nelle carrozzine dei neonati.
A margine di ciò apprendiamo anche che qualcosa si muove sul fronte dei providers svedesi i quali, stufi delle continue minacce delle majors che richiedono continuamente i dati degli utenti, colpevoli secondo loro di scaricamento abusivo, avrebbero paventato l'idea di smettere di raccogliere i dati delle connessioni dei propri clienti. La legge svedese sulle comunicazioni elettroniche non obbliga infatti i fornitori di servizi a raccogliere e conservare tali dati. Pertanto, qualora questi fossero richiesti dalle forze dell'ordine, in seguito ad una denuncia, i providers potrebbero benissimo consegnar loro un bel floppy disk vuoto, contenente cioè tutti i dati in loro possesso. In tal modo, la famigerata direttiva IPRED sul diritto d'autore andrebbe beatamente a farsi friggere. C'è da scommetere però che tale lacuna legislativa verrà presto colmata.
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