Argomento
La Corea del Sud è una delle nazioni "democratiche" annoverate nella lista di reportes senza Frontiere, tra quelle in cui la libertà di espressione e di comunicazione sono limitate o comunque a rischio. Ovviamente si tratta di un punto di vista prettamente giornalistico. Tuttavia vi sono sempre più frequenti indizi di una tendenza che vuole stingere il cerchio intorno a certe usanze della popolazione che qualcuno non gradisce. Negli ultimi mesi i mass media locali hanno dato parecchio risalto ad alcune vicende di diffamazione, gossip, violazione della privacy accadute su internet, che hanno visto coinvolti personaggi del mondo dello spettacolo, e che hanno causato molto scandalo, oltre a qualche cadavere. Anche la politica non è stata esente da infuocate battaglie dialettiche su qualche forum e blog. E si sa che quando si toccano esponenti politici, il gioco si fa duro. A ciò aggiungiamo che i Sudcoreani sono un popolo di infaticabili scaricatori di materiale protetto da diritto d'autore (come tutto il mondo del resto), ma l'ampiezza di banda di cui dispongono le loro connessioni ne fanno un temibile avversario per i detentori di diritti. Tutto questo ha portato il governo ad una stretta, e da qualche giorno è entrata in vigore una legge che ricalca la famigerata dottrina Sarkozy, anche nota come legge dei tre colpi: due avvertimenti a chi viene colto a scaricare materiale protetto da copyright, alla terza, la linea viene disconnessa. Il governo asiatico è però andato oltre, riservandosi il diritto di poter agire contro quelle piattaforme o siti che ospitano materiale protetto, ingiungendone la rimozione, pena la chiusura. La difesa a spada tratta del copyright comporta però alcuni problemi. Un sito come Youtube per esempio, ospita una quantità tale di materiale, che è veramente difficile monitorare tutto. Lo stesso dicasi per piattaforme come Rapidshare. Che dire poi di quei siti che offrono feeds, aggregando automaticamente materiale proveniente da altri siti? E se un utente posta sul suo blog mettendo il link ad un articolo di un giornale? Beh, il sito potrebbe essere chiuso, e lo stesso potrebbe accadere ovunque sulla rete, quando anche i navigatori volessero esprimere dissenso o approvazione in merito ad un articolo di giornale che verrebe ovviamente linkato sul sito stesso. Facciamo un esempio banale: un quotidiano online pubblica un pezzo in cui si dice che il politico X del partito Y è un corrotto. Se su di un forum linko quell'articolo, dicendo che non è vero, tutto il forum potrebbe essere chiuso od oscurato per infrazione di copyright. Poco importa che si sia impedito alla gente di esprimersi in merito. Si potrebbero fare tanti esempi, ma il succo è chiaro: il censore ha ora un'arma in più. Ad essa dobbiamo poi aggiungerne anche un'altra. Proprio in seguito agli scandali occorsi a personaggi pubblici implicati in faccende esposte in rete, tempo fa è stata approvata un altra legge: i siti che registrano più di centomila visitatori al giorno, saranno costretti ad associare ogni account all'identità reale di un individuo, dati personali e codice fiscale. Non è dato sapere come faranno ad ottenerli da persone non residenti in Corea del Sud, né come sarebbe per loro possibile verificare eventuali false identità di individui residenti all'estero che volessero comunque registrarsi, offrendo dati falsi.
Che sia un gesto del governo sudcoreano per dimostrare la propria volontà di riavvicinarsi verso la Corea del Nord?