Suarez il cannibale

Da ieri sta facendo il giro del mondo l'immagine dell'impronta del morso dell'attaccante uruguaiano Luis Suarez al difensore italiano Giorgio Chiellini. La FIFA ha aperto un'inchiesta sulla base della prova tv, e considerato anche il successivo tentativo di far ricadere la colpa sull'italiano, fingendo di aver subito fallo, il mondiale dell'attaccante potrebbe anche chiudersi qui. Cosa buona e giusta, a nostro giudizio. Nonostante la moda del cannibalismo stia prendendo sempre più piede, come sanno gli affezionati lettori di questo modesto brogliaccio, all'interno dei regolamenti internazionali non vi è ancora traccia di un eventuale possibilità di nutrirsi dei propri avversari, nemmeno quando la fame si scatena. Purtroppo essere cannibale al giorno d'oggi è alquanto difficile, soprattutto all'interno di un contesto ultraconservatore e tradizionalista come quello del mondo del calcio (a parte le idee balzane di Blatter): oltre alle continue discriminazioni che si deve subire a causa della propria condizione (mancanza di un menù apposito nei ristoranti e nei ritiri, la diffidenza dei compagni, soprattutto nel momento della doccia), vi è l'atavico problema del procacciamento del cibo, sempre più raro e poco nutriente, a causa della proliferazione dei vegani.

Il buon Luis pare avesse adocchiato la spalla di Chiellini già all'epoca della Confederations Cup, nel 2013, come spiegato dal settimanale brasiliano Globo che ha recuperato una fotografia dell'episodio. Non è chiaro il motivo per il quale il Giorgione nazionale sia riuscito ad evitare il morso vampiresco, ma qualcuno riferisce di ricordare di aver intravisto un oggetto sibilare veloce nei pressi dei due per poi scomparire nel nulla: potrebbe trattarsi di una braciola che qualcuno avrebbe lanciato a Suarez per evitare che mordesse l'avversario e finisse anzitempo negli spogliatoi, a mangiare (con) le riserve.
Evidentemente il cannibale Suarez fra i salumi ama la spalla, e quando non ci vede più dalla fame, non gli basta una Fiesta.