Argomento
La Corte di Giustizia Europea, ha appena promulgato una sentenza secondo la quale spetta agli stati membri decidere il giusto equilibrio tra privacy dei cittadini e richieste di dati ai providers internet da parte delle majors, allo scopo di individuare chi scarica opere protette da diritto d'autore sui circuiti P2P. Se da un lato ciò significa che non esiste una regolamentazione europea che obblighi i providers a fornire i dati degli utenti, come il loro indirizzo IP mediante il quale possono essere individuati, dall'altro ciò può significare che governi particolarmente sensibili alle ragioni (pressioni) delle case cinematografiche e discografiche possano decidere autonomamente di spiattellare a chiunque ne faccia richiesta i dati privati degli utenti, senza dover ricorrere all'ordine di un giudice. Va da sè che i dati verrebbero comunque forniti su richiesta di quest'ultimo, come avviene attualmente in Italia, ed in tal caso egli potrebbe decidere di volta in volta a seconda delle situazioni.
La sentenza può dunque rivelarsi un'arma a doppio taglio: se infatti ciò ha permesso alla società spagnola Telefonica di divincolarsi da una richiesta del genere, in Francia il futuro marito di Carla Bruni ha optato per il pugno di ferro, fregandosene della privacy dei suoi concittadini: che poi non si vada a lamentare dei paparazzi!
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