La Corte Suprema di Gran Bretagna ha respinto ieri l'appello di Julian Assange contro la propria estradizione in Svezia.
Al fondatore di Wikileaks, accusato di violenza sessuale, benché con connotati molto diversi da come la intendiamo in Italia, non rimane che ricorrere alla Corte di Giustizia europea, ma le speranze ormai si sono assottigliate molto. Lord Phillips of Worth Matravers, capo della corte, ha liquidato in pochi minuti la vicenda, asserendo che la richiesta di estradizione è valida e che non sussiste alcun motivo per non esaudirla. La decisione è stata presa con il consenso di cinque mebri della corte su di un totale di sette.
Una volta estradato in Svezia, il giornalista potrebbe, dopo il processo, essere estradato negli Stati Uniti. Lì dovrebbe fronteggiare accuse di spionaggio cospirazione, ecc, analogamente a quanto accaduto al soldato Bradley Manning, la gola profonda che consegnò a Wikileaks i documenti sulla guerra in Afghanistan ed Iraq, che destarono orrore ed incredulità in tutto il mondo. Il governo USA non voleva che questi finissero nelle mani dell'opinione pubblica; per tale motivo Assange è ricercato negli Stati Uniti, e potrebbe anche finire nella prigione di Guantanamo, dove lo stesso Bradley Manning è stato torturato dal suo stesso governo, e ridotto ad una larva.
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