Pirati o combattenti per la libertà?

Inviato da harvey lomax il Gio, 04/16/2009 - 15:45
Argomento
I titoli dei quotidiani riportano un giorno si ed uno no, di attacchi compiuti da sedicenti pirati ai danni di imbarcazioni che transitano nel Golfo di Aden e dintorni. Le marine militari di tutto il mondo hanno inviato vascelli da guerra allo scopo di contrastare l'attività criminale, con qualche risultato. I pirati provengono dalle coste della Somalia, sono armati e dotati di imbarcazioni piccole ma veloci, come i prahos di Sandokan dei tempi andati. La piaga della pirateria è ormai considerata uno dei grandi mali del commercio, se non addirittura dell'umanità, viste le implicazioni di vario genere di volta in volta tirate in ballo. Ma chi sono in realtà questi sedicenti pirati? Cosa fanno? come passano le giornate di brutto tempo? Perché sono così invisi alla comunità internazionale? A queste ed altre domande tenteremo di fornire una risposta. Questi individui fanno essenzialmente parte di clan organizzati, provenienti, come detto, dalle coste della Somalia. Tale nazione, allo stremo da decine di anni, è in balia di forze varie che hanno fatto di quel territorio il proprio campo di giochi, dove tutti sparano a tutti in perfetta armonia, dove i bambini si entusiasmano partecipando ad un curioso gioco chiamato "salta sulla mina", in vendita in simpatiche scatole dall'aspetto invitante. Ma mentre tutti lì si divertono allegramente in quel modo, c'è anche qualcuno che animato da spirito d'avventura, cerca altrove il proprio destino. Questi cosiddetti pirati, che sarebbe forse più corretto chiamare combattenti per la libertà di fare ciò pare, o patrioti per la libera diffusione della cultura e delle usanze, sono spesso vittima di comportamenti razzisti da parte delle potenze occidentali che cercano di imporre le loro regole, e molte volte vengono additati quali causa principale dei mancati introiti delle lobby della musica e del cinema, che per questo motivo fanno pressione sui rispettivi governi, affinché essi vengano bloccati. I pirati somali, meglio conosciuti in intenet come la Crew degli hacker del Corno d'Africa, fanno uso esclusivo di software contraffatto, abbordano le navi, si impadroniscono degli iPod e dei pc dei marinai, per poi scaricarne gli mp3 ed i divx sui loro OLPC (i notebook a basso costo voluti da Negroponte per le popolazioni del terzo mondo), senza pagare un centesimo di royalty. Non contenti, formattano i pc degli incauti naviganti e ci installano Linux. Poi fuggono, ma ogni tanto ci scappa il morto: qualcuno che aveva salvato sul proprio hard disk 25 anni di film porno, cancellati dai perfidi pirati, ed a cui rimanevano ancora 36 mesi di navigazione ininterrotta: si è suicidato. Insomma, qual è la colpa di questi individui, se non quella di volere fare ciò che loro pare? Ma in un mondo dove tutti vogliono controllare tutti, pare che non ci sia posto per chi combatte per la libertà. Sono finiti i tempi di Capitan Harlok? Pare che anche lui sia andato in pensione, sostituito da un candido e più rassicurante mangiatore di merluzzi impanati, tale Capitan Findus, noto pedofilo protetto da governi occidentali e lobby della panatura. Insomma, se se ne stanno a casa loro a spararsi non va bene perché il rumore dà fastidio ai vicini, al mare non ci possono andare perché coi loro acqua scooter disturbano i naviganti... che vogliamo fare? Insomma trovate loro qualcosa da fare, a questi benedetti ragazzi, mica possono starsene a bighellonare tutto il santo giorno da un bar all'altro!