Argomento
Colpo gobbo di Oracle che ha acquisito Sun Microsystem per la cifra di 7,4 miliardi di dollari. Il cda ha già accettato l'offerta, giunta la scorsa settimana. Tempo fa era stata IBM ad offrire a Sun circa 7 miliardi di dollari, ma la trattativa si era arenata. Forse qualcuno già era al corrente di un interessamento, non solo platonico, di Oracle. La partita giocatasi dietro le quinte deve esssere stata alquanto complessa, la prima offerta era già piuttosto interessante, tuttavia Oracle si è imposta con una prova di forza non da poco, dimostrando di essere in perfetta salute coi conti, una delle poche aziende IT che continuano a guadagnare in questo periodo di crisi. Oracle sta da tempo facendo man bassa di aziende che possono permetterle un ampliamento della tipologia di prodotti ed un rafforzamento nei confronti dei possibili concorrenti: Siebel, Bea System, Hyperion e People Soft. Ora si porta a casa Java, MySQL, OpenOffice, i sistemi operativi Solaris, e la gamma di servers e prodotti della Sun, basati su processori sparc. Come dire, se non li puoi battere, alleati con loro. Acquisti sicuramente azzeccati, importanti, di aziende leader nei loro rispettivi campi, non startups che guadagnano a dismisura nei primi anni per poi crollare alla distanza, bensì realtà consolidate con un solido portafogli clienti. Tra la grande O e Sun intercorrevano relazioni già da anni, ma basta questo e mezzo miliardo di dollari per preferire Oracle ad IBM? Forse, ma probabilmente c'è dell'altro. L'azienda di Java si incastra forse un po' meglio all'interno della struttura della casa di Redwood Shores, che non in quella di IBM. Forse ques'ultima era troppo simile sotto certi aspetti, mentre la prima è più compatibile. Tanto per fare un esempio, Oracle potrà ora offrire ai propri clienti delle soluzioni complete, pacchetto hardware con servers Sun, più software che va dai sistemi operativi Enterprise Linux di Oracle ed il collaudato Solaris di Sun, a sistemi completi di classe enterprise. Come andare in sartoria in mutande ed uscirne completamente vestito, dai calzini al cappello. Rimane però un dubbio. Che fine farà MySQL, il famoso motore di database opensource, acquisito da Sun circa un anno fa? Nonostante le tranquillizzazioni giunte da alcuni analisti, noi siamo scettici in proposito. Impensabile che la casa del database engine più potente del mondo possa volersi tenere un prodotto che le fa concorrenza in casa. MySQL è opensource e largamente diffuso su sistemi Linux/Unix like. Il database di Oracle è leader incontrastato nel suo campo. Due galli nello stesso pollaio dunque? Sembrerebbe di sì, ed in questo caso sarebbe giocoforza eliminare MySQL. A meno che non si veda la faccenda da un altro punto di vista. I due engines infatti sono largamente diffusi (ciò significa molti utenti), ma pensare che chi usa oggi MySQL, anche a pagamento, voglia passare spensieratamente ad Oracle, pare abbastanza azzardato. Senza contare che MySQL può contare anche su di una vasta community di utenti, che nel loro piccolo contribuiscono al successo del prodotto, con feedbacks, segnalando bachi, richiedendo nuove caratteristiche, trattandosi di un prodotto opensource. Difficilmente i suoi utilizzatori non paganti passerebbero ad Oracle Database (che costa decine di migliaia di euro). Se il portafogli clienti dei due contendenti non è per la maggior parte sovrapponibile, allora forse conviene mantenere l'uno e l'altro, magari diversificando ulteriormente i due prodotti nel corso delle prossime sessioni di sviluppo. Quale che sarà la decisione del management, ciò che appare certo è che vi saranno tagli da qualche parte, allo scopo di ridurre i costi, e c'è da scommetere che questi colpiranno prevalentemente il settore occupazionale ed i finanziamente ai rami meno remunerativi; c'è da temere che questi siano proprio quelli riguardanti i prodotti opensource. Se così fosse, non è da escludere che molti sviluppatori decidano di proseguire per una strada alternativa, con dei forks (prodotti derivati) derivanti dai softwares opensource in questione. Certo vedere abbandonati OpenOffice e MySQL per ragioni di mercato sarebbe veramente un peccato.
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