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Dopo aver constatato la poca appetibilità sul piano commerciale della suite di office automation OpenOffice, ereditata da Sun Microsystem, Oracle ha deciso di lasciar perdere. OpenOffice verrà affidato alla comunità di sviluppatori che ne porterà avanti lo sviluppo e verrà rilasciato con la stessa licenza di tipo FOSS utilizzata sino ad ora. La mossa ha lasciato un po' tutti sorpresi, ma evidentemente la società di Redwood Shores avrà fatto bene i suoi conti, come sempre. Forse un po' del merito di questa inaspettata decisione spetta alla The Document Foundation ed al suo LibreOffice che visto l'andazzo per gli ex prodotti Sun Microsystem in casa della nuova padrona, decise per un fork del famoso software per l'ufficio, LibreOffice appunto, ponendosi così in antitesi rispetto ad OpenOffice ed alla sua casa produttrice. In altre parole, per evitare che un giorno Oracle decidesse di fare di OpenOffice una suite a pagamento, o comunque non più libera, molti degli sviluppatori, appoggiati anche da attori del calibro di red hat e Google, decisero di partire dal codice sorgente di OpenOffice per iniziare a svilupparne una versione concorrente, libera da vincoli commerciali e possibili ritorsioni legali.
Assieme alla versione commerciale di OpenOffice, pare svanito nel nulla anche il suo Cloud Office. La compagnia californiana al momento non sembra molto incline a rilasciare dichiarazioni in merito al tali decisioni, tuttavia ci pare di avvisare un certo disagio nell'atteggiamento della multinazionale, segno evidente che i suoi piano sono stati scombussolati.
Rimane ora da vedere quale sarà la reazione di The Document Foundation: difficile pensare che ritorni sui propri passi e torni a fondersi o comunque a riabbracciare la creatura informatica da cui prese vita. Probabilmente LibreOffice continuerà il proprio percorso, e chissà che un giorno non vada addirittura a soppiantare il più famoso OpenOffice
Link: The Document Foundation
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