Argomento
La branca italiana del collettivo hacker Anonymous è riuscita ad accedere ad alcuni server della Polizia di Stato. Si è impadronita di almeno 1 Gigabyte di dati, tra email, tabulati telefonici, turni di servizio, documenti d'azioni sotto copertura, spostamenti di detenuti, password, circolari interne, profili, documenti relativia metodi e mezzi d'intercettazione (tra cui il sistema Hydra di Telecomitalia) ma anche verbali ed intercettazioni relative al movimento No Tav. Sibillino un documento interno che spiega come impossessarsi dell’arma sequestrata ad un uomo straniero senza incorrere nel reato di ricettazione. Tale documento viene presentato dal collettivo come dimostrazione, a suo dire, di disonestà (quantomeno intellettuale, aggiungiamo noi) da parte del corpo. Di contro, si pone l'accento sullo scarso livello di sicurezza del network della polizia, violato con troppa facilità.
Anonymous h alzato il livello dello scontro, in maniera più o meno inconscia. Gli hacker italiani sino ad ora avevano per lo più preso di mira siti web con azioni dimostrative quali attacchi DDOS e defacciamenti, ma ora hanno inteso colpire chi dà loro la caccia. Perché? Come mai proprio ora? Difficile dare una risposta certa. La nostra opinione è che da tempo televisione e giornali nostrani hanno spostato l'attenzione su altri temi caldi, politica, economia (e calcio) in primis, lasciando da parte le azioni di Anonymous, che per una buona fetta della popolazione rimangono misteriose azioni occulte di un qualche gruppo pseudo terrorista, anche se il vento di cambiamento e la presa di coscienza delle (risicate) masse informatizzate del Belpaese hanno dato, e stanno dando, buoni frutti. Certo è che portare a conoscenza degli Italiani le proprie azioni e soprattutto le motivazioni, è impresa ardua senza giornali e televisione, che per molti rimangono tutt'ora l'unico mezzo per mantenersi informati. Nonostante Anonymous abbia continuato la propria attività nel corso degli scorsi mesi, poco o nulla si è saputo attraverso i tradizionali mass media. Soltanto la rete, mezzo di comunicazione privilegiato, ha tenuto il passo con quanto accaduto, in Italia e nel mondo. Pochi sanno per esempio della pubblicazione da parte di Anonymous Italia di dati relativi alle emissioni dello stabilimento ILVA di Taranto. Dati che rivelano quantomeno delle irregolarità.
L'azione di Anonymous contro la Polizia di Stato potrebbe essere atta a riportare l'attenzione sul collettivo, ma anche un segnale alle forze dell'ordine: Anonymous non è morto, e può ancora colpire chiunque.
La palla passa ora alla polizia, che dovrà rispondere in maniera adeguata, pena la perdità di credibilità presso l'opinione pubblica.
Nel frattempo, fonti interne al Dipartimento Ps, asseriscono che "al momento non risulta alcuna violazione del server della Polizia. Sono stati invece registrati indebiti accessi a diverse email personali di operatori delle forze di Polizia".
Sarà...
Anonymous h alzato il livello dello scontro, in maniera più o meno inconscia. Gli hacker italiani sino ad ora avevano per lo più preso di mira siti web con azioni dimostrative quali attacchi DDOS e defacciamenti, ma ora hanno inteso colpire chi dà loro la caccia. Perché? Come mai proprio ora? Difficile dare una risposta certa. La nostra opinione è che da tempo televisione e giornali nostrani hanno spostato l'attenzione su altri temi caldi, politica, economia (e calcio) in primis, lasciando da parte le azioni di Anonymous, che per una buona fetta della popolazione rimangono misteriose azioni occulte di un qualche gruppo pseudo terrorista, anche se il vento di cambiamento e la presa di coscienza delle (risicate) masse informatizzate del Belpaese hanno dato, e stanno dando, buoni frutti. Certo è che portare a conoscenza degli Italiani le proprie azioni e soprattutto le motivazioni, è impresa ardua senza giornali e televisione, che per molti rimangono tutt'ora l'unico mezzo per mantenersi informati. Nonostante Anonymous abbia continuato la propria attività nel corso degli scorsi mesi, poco o nulla si è saputo attraverso i tradizionali mass media. Soltanto la rete, mezzo di comunicazione privilegiato, ha tenuto il passo con quanto accaduto, in Italia e nel mondo. Pochi sanno per esempio della pubblicazione da parte di Anonymous Italia di dati relativi alle emissioni dello stabilimento ILVA di Taranto. Dati che rivelano quantomeno delle irregolarità.
L'azione di Anonymous contro la Polizia di Stato potrebbe essere atta a riportare l'attenzione sul collettivo, ma anche un segnale alle forze dell'ordine: Anonymous non è morto, e può ancora colpire chiunque.
La palla passa ora alla polizia, che dovrà rispondere in maniera adeguata, pena la perdità di credibilità presso l'opinione pubblica.
Nel frattempo, fonti interne al Dipartimento Ps, asseriscono che "al momento non risulta alcuna violazione del server della Polizia. Sono stati invece registrati indebiti accessi a diverse email personali di operatori delle forze di Polizia".
Sarà...
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