Cina, identificazione per il microblogging

Inviato da Anonimo (non verificato) il Mar, 12/20/2011 - 20:23
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L'autorità della città di Pechino, in collaborazione con le forze dell'ordine e l'ufficio per la gestione di Internet, ha promulgato una nuova inquietante norma.

Dallo scorso venerdì, tutti gli utenti di servizi di microblogging con sede all'interno della provincia, dovranno richiedere ai propri utenti di registrarsi con nome cognome e gli altri dati anagrafici. In rete potranno continuare ad utilizzare un nickname, ma questo sarà inevitabilmente collegato alla persona reale. Al momento non è chiaro se anche aziende con quartier generale in altre parti della Cina dovranno obbedire alle nuove norme, in quanto i loro servizi vengono offerti anche nella città di Pechino. Questo è quanto riportano i mass media, ma risulta evidente che una tale decisione, presa da un governo regionale o provinciale, se non estesa al'intero suolo patrio risulterebbe monca già alla nascita; pertanto in molti già ritengono che ben presto la nuova legge verrà applicata ovunque. Secondo osservatori, si tratterebbe di un primo test in un'area ristretta prima di agire a livello nazionale. Il principale sito bersaglio della norma ammazza microblog è Weibo.com, l'equivalente di Twitter in Cina. Esso dovrà mettere in pratica le nuove regole entro tre mesi. Il governo afferma che in tal modo si conferirà una maggiore autorevolezza i post sul sito, che ne guadagnerà in qualità e credibilità, ma è evidente anche ai sassi che la nuova mossa ha sapore di censura. Niente di meglio che avere già a portata di mano nome e cognome di chi scrive commenti non graditi, in modo da poterlo acchiappare facilmente e spedirlo in qualche ridente località a meditare sulle proprie (presunte) colpe. Si teme che le piattaforme di microblogging possano, analogamente a Twitter, servire come mezzo per far montare ed organizzare proteste antigovernative. In Cina ci sono più di 485 milioni di utenti di servizi come Weibo, e molti non sono affatto contenti di questa norma. Minacciano la migrazione in massa verso altre piattaforme. Sebbene Facebook e Twitter non siano normalmente utilizzabili in Cina, possono essere raggiunti da utenti un po' più esperti attraverso proxy ed altri sistemi, ma è facile intuire che la gran parte si adeguerà. Fino a quando qualcuno non riuscirà a carpire i loro dati da qualche server facendo arrabbiare qualche milione di utenti.