Corte di Giustizia dell'Unione Europea: l'equo compenso del decreto Bondi va rivisto

Inviato da harvey lomax il Sab, 10/23/2010 - 19:44
Argomento
Ricordate il famigerato Decreto Bondi, mediante il quale era stato stabilito che si dovesse pagare l'altrettanto famigerato equo compenso non solo su dvd e dischi rigidi, ma anche su telefoni cellulari, macchine fotografiche, dispositivi destinati ad industrie e professionisti e qualunque altro supporto su cui si potesse tecnicamente copiare qualcosa? Ebbene, una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha stabilito che quella tassa va pagata solo sui dispositivi realmente destinati alla copia privata. Come scritto sul quotidiano online Punto Informatico, ad opera dell'avv. Guido Scorza: "L'art. 5(2)(b) della Direttiva 2001/29 deve essere interpretato nel senso che è necessario un rapporto tra l'applicazione dell'equo compenso per copia privata in relazione ad un dispositivo o supporto ed il suo utilizzo per l'esecuzione di una copia privata. Conseguentemente, l'indiscriminata applicazione dell'equo compenso, in particolare, in relazione a dispositivi o supporti distribuiti a soggetti diversi dai consumatori e evidentemente riservati ad usi diversi dall'effettuazione di copie private, è incompatibile con la disciplina europea contenuta nella Direttiva 2001/29" Ciò significa che l'obolo maledetto previsto dal decreto non deve più essere pagato per tutta quella categoria di oggetti che non vengono espressamente utilizzati per effettuare delle copie. Sebbene non si dica esplicitamente su cosa la tassa va pagata e su cosa no (e su questo qui in Italia, c'è da giurarci, tenteranno di giocare sui termini), il succo è che si dovrebbe ritornare ad una situazione pre - decreto, con tanti saluti a quelle decine di milioni di euro che SIAE & C. avrebbero intascato, che hanno già parzialmente intascato, e che in un paese civile avrebbero il dovere di restituire. Ciò tuttavia non accadrà perché siamo nel paese dei balocchi, dove vince sempre il più ricco. Addurranno il pretesto dell'impossibilità tecnica di restituire il malloppo illegittimamente intascato, si appelleranno a tutti gli dei dell'Olimpo, rivendicheranno la sovranità nazionale e qualunque altra cosa, tutto per mantenere i propri indebiti privilegi. Come sempre.