La community di OpenOffice abbandona Oracle

Inviato da harvey lomax il Dom, 10/03/2010 - 12:22
Argomento
E' ormai guerra aperta fra Oracle e le varie community open source che lavorano o lavoravano in seno a vari progetti sviluppati da Sun Microsystem prima, ed ora di proprietà della casa di Redwood Shores. I dubbi sul futuro di MySQL furono i primi ad insinuarsi nella comunità dei suoi sviluppatori, nonostante voci rassicuranti da parte del management, alcuni tra gli sviluppatori storici del database pensarono subito alla possibilità di un fork, MariaDB, nel caso Larry Ellison & C. avessero deciso di modificarne le licenze, rendendolo, di fatto, un software proprietario. Le stesse perplessità si stanno facendo largo anche per quanto riguarda la piattaforma Java, largamente utilizzata, e di cui si teme una virata verso lidi proprietari. D'altro canto Oracle ha già citato Google in giudizio a causa dell'implementazione della virtual machine Dalvik all'interno dei sistemi operativi Android, in violazione della proprietà intellettuale. La prima di una serie di questioni legali che vedranno la compagnia di Ellison rivendicare l'uso delle proprie tecnologie all'interno di prodotti della concorrenza. Definitivamente sepolto anche OpenSolaris, i cui sviluppatori hanno anche in questo caso optato per un fork Illumos, progetto che ha già avuto un buon riscontro, e che ha messo in luce l'atteggiamento, quantomeno irrispettoso, della grande compagnia nei confronti di tutti coloro i quali hanno dato il proprio contributo ad OpenSolaris ma non solo, di cui ha beneficiato anche la soluzione proprietaria Solaris che continuerà ad essere prodotta. La sensazione e che le community vengano considerate dalla casa di Redwood Shores una palla al piede, salvo ricorrervi quando ciò possa portare ad un profitto. Il peso politico di queste risulta evidentemente un peso troppo grande, pertanto, pur perseverando con le solite dichiarazioni di facciata, la società ha ritenuto opportuno tagliare i ponti con i vicini più ingombranti. A questo punto è intervenuta la comunità di sviluppatori della suite di produttività Open Office, che ha fondato l'associazione The Document Foundation, con l'obiettivo dichiarato di rendere il pacchetto indipendente. Tale intenzione era stata dichiarata già in tempi non sospetti, all'epoca dell'acquisizione della suite da parte di Sun Microsystem; l'intenzione era quella di crescere in seno ad essa per poi proseguire, dopo una decina d'anni, con le proprie gambe. Dato l'atteggiamento di Oracle, tale mossa è stata anticipata. La compagnia è stata invitata a cedere il marchio OpenOffice all'associazione ed aderire ad essa. Se ciò non dovesse accadere, se la società IT semplicemente decidesse di ignorare la richiesta, c'è già pronto un fork, LibreOffice. Obiettivo rendere il pacchetto realmente libero, svincolato da politiche commerciali, e stavolta privo del supporto a formati proprietari come OOXML (feature che ha trovato il plauso del guru del software libero per eccellenza, Richard Stallmann). A coprire le spalle al neonato progetto ci hanno pensato numerose compagnie IT, aderendo all'associazione e promettendo supporto. Tra queste Canonical, Novell, Red Hat, Google Free Software Foundation, Open Source Initiative, Gnome e tanti altri.