Argomento
La sentenza della Corte d'Appello ha oggi confermato la pena di 10 anni di reclusione per Callisto Tanzi, in seguito al crac di Parmalat. La Corte ha però condannato anche due altri imputati, Luciano Silingardi e Giovanni Bonici, rispettivamente a 3 anni e 2 anni e 6 mesi. Tutti e tre sono stati condannati a risarcire 105 milioni di euro ai risparmiatori coinvolti, loro malgrado nel crac. Al patrono di Parmalat è andata meglio rispetto a quanto richiesto dalla procura (11 anni ed 1 mese); egli ha tuttavia dichiarato "Sono sconcertato, mi aspettavo una riduzione della pena", forse perché la riduzione di un anno non è stata ritenuta sufficiente. Sperava dunque nell'assoluzione? Fatto sta che i suoi legali hanno deciso di ricorrere in Cassazione. Purtroppo le pene per i reati finanziari sono estremamente lievi rispetto alla loro gravità, ed anche il risarcimento previsto copre solo il 30% del danno subito dai risparmiatori. Ciò mentre qualcuno occultava opere d'arte del valore di svariati milioni di euro nelle case di alcuni conoscenti, allo scopo di sottrarle alla Guardia di Finanza che avrebbe dovuto sequestrarle. E' stato condannato per aggiotaggio e ostacolo all'autorità di vigilanza, non ha rivelato alle forze dell'ordine di possedere un tesoro in opere d'arte, le ha nascoste e negato la loro esistenza sino al ritrovamento. Perché diavolo una persona così dovrebbe farsi solo 10 anni di carcere? Qui lo dico e qui lo nego: se mai quell'uomo verrà recluso, scommetto che non sconterà la pena per intero. Con buona probabilità verrà scarcerato per motivi di salute o simili.
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