Indagine ad alta velocità

Inviato da Anonimo (non verificato) il Dom, 08/19/2007 - 14:28
Argomento
Con David Hasselhoff,Edward Mulhare e John Stewart. Dalla Gazzetta del Cadavere n° 8, 1997. Si tratta sicuramente di un film di culto per chi, come me, è cresciuto seguendo i telefilms di Supercar. Siamo in un futuro non troppo lontano, circa nel 2000. Michael Knight nel 1990 aveva lasciato la Fondazione Knight e le relative indagini, mentre Kitt era stato smobilitato. Anni più tardi, il crimine e la corruzione tornano ad imperversare, così Devon Miles recluta nuovamente Michael e rimette in funzione un Kitt più spiritoso che mai, montandolo prima su di una Chevrolet del ’57, e poi su di un’ automobile che sembra un incrocio tra una Corvette ed una Diablo. La partner del caso del neo bagnino è un’ ex poliziotta che ha subito una specie di trapianto del cervello, a causa di una pallottola gentilmente fornitale dai suoi ex colleghi corrotti. Il lavoro della squadra non passa però inosservato, ed a farne le spese è Devon, che viene ucciso. Michael e Kitt, nonostante il duro colpo subito, riescono alla fine a sgominare la banda dei poliziotti corrotti. Terminato il compito, Michael lascia Kitt nelle mani della collega e se ne va malinconicamente, forse diretto a Baywatch (=la baia dei guardoni). A dire la verità, la sceneggiatura non fa proprio schifo, tra il mare di banalità a cui mi hanno abituato pellicole del genere, troviamo in questo caso alcuni spunti interessanti, ed anche qualche “chicca”. Ad esempio la presenza dell’ ufficiale Scott (John Stewart) dell’ USS Enterprise, il quale, colpito per errore da Kitt con una leggera scarica elettrica, incomincia a farneticare di teletrasporti, Vulcaniani ed astronavi. Inoltre c’è Kitt che protesta con ironia per essere stato montato su di un’ automobile non alla sua altezza. Non mancano comunque le note stonate: i doppiatori sono cambiati rispetto a quelli del vecchio telefilm, e ciò appare irritante quanto un moscerino in un bicchiere di vino. L’ ambientazione poi non è delle migliori: chi ha scritto la sceneggiatura ha sicuramente esagerato un po’, inserendo la vicenda in un contesto tecnologico troppo ottimistico per essere riferito ai primi anni del 2000. Infine, tutto il film naviga in un’ atmosfera densa di troppa nostalgia verso la vecchia serie televisiva. La pellicola manca cioè di una propria identità; il tempo purtroppo passa per tutti (io ne so qualcosa...), nonostante Hasselhoff sia ancora arzillo e pimpante come una volta: probabilmente stare in mezzo a tutte le fighe di Baywatch gli ha (aveva) giovato...
  • Trama: in media
  • Attori: culto
  • Effetti speciali: KITT e poco altro
  • Colonna sonora: non pervenuta
  • Regia: senza infamia,senza lode