Condannati 3 dirigenti di Google per video postato da utenti su Youtube

Inviato da harvey lomax il Mer, 02/24/2010 - 20:10
Argomento
Tre dirigenti di Google Italia condannati a 6 mesi di reclusione con sospensione della pena. Assolti invece dal reato di diffamazione a mezzo stampa, come anche un quarto imputato. Il tribunale di Milano ha condannato i tre per violazione della privacy, a seguito della pubblicazione su Youtube di un video postato da alcuni studenti italiani che avevano vessato e maltrattato un ragazzo affetto dalla sindrome di Down. La vicenda risale al 2006. Venne sporta una denuncia da parte della famiglia del ragazzo, poi ritirata. Il video venne rimosso, ma si proseguì ugualmente con le indagini. Ora la sentenza di primo grado, che ha destato grande scalpore, in quanto è la prima volta che un fornitore di servizi viene ritenuto responsabile dei contenuti postati dagli utenti. Una nota a tal proposito è stata presentata dall'ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, David Thorne, manifestando la propria disapprovazione per la sentenza. Molte le voci a sfavore anche sulla rete, sono in tanti a sostenere la tesi di Google, secondo cui una decisione del genere mette in discussione i principi fondamentali di libertà della rete. Se la responsabilità della pubblicazione di contenuti illeciti da parte di terzi cadesse sui fornitori di servizio, questi si vedrebbero impossibilitati nello svolgere tale prestazioni. Impossibile controllare ogni singolo video, immagine, testo prima che esso venga messo in rete su di un qualsivoglia sito. Non sono stati i tre dipendenti di Google a girare il video e pubblicarlo, a maltrattare un'altra persona. Inoltre Youtube e Google hanno sempre provveduto a rimuovere i contenuti ritenuti inappropriati o che violano la legge. Il problema è semmai quale legge, come ha dimostrato il recente caso delle richieste del governo australiano. Inoltre se questa divenisse la prassi, cosa ci esimerebbe dal postare apposta qualcosa di sconveniente sul sito del nostro concorrente? Se individui appositamente pagati iniziassero a bombardare forum, social networks, siti di quotidiani e televisioni, di contenuti passibili di azioni legali? Tutti i siti dovrebbero chiudere, in primis quelli che richiedono interazione con gli utenti, tipo i social networks, e così addio internet!