Biometria: si cercano nuovi organi

Inviato da harvey lomax il Gio, 04/23/2009 - 14:18
Argomento
La biometria continua ad essere di moda, nonostante le ripetute dimostrazioni della sua inefficacia. I produttori di dispositivi tecnologici credono di aver trovato una nuova gallina dalle uova d'oro, e probabilmente hanno ragione, visto il successo che spesso tali devices ottengono presso i managements delle aziende, convinti di aver trovato la soluzione finale per tenere al sicuro i propri dati. Come sappiamo però non è così, i sostenitori della biometria spessissimo spacciano quest'ultima come una tecnologia assolutamente sicura, millantandola come l'arma finale. I produttori comunque si ingegnano per trovare nuove soluzioni, alcune delle quali anche un po' buffe od improbabili. Così, dopo le impronte digitali, il riconoscimento dell'iride e del volto, ora ci si sta focalizzando sulla struttura di vene, arterie e capillari. In sé, il percorso di questi minuscoli tubicini è diverso da individuo ad individuo e particolarmente complesso. Alcuni produttori sono già all'opera su questa tecnologia da un po' di tempo, ma contemporaneamente c'è chi focalizza la propria attenzione su altri oragani. L'Università di Southampton ha investito nell'orecchio per esempio. Non si tratta ovviamente della sua impronta da apporre su di uno scanner, bensì di una sorta di impronta sonora ricavabile dall'orecchio di ognuno, utilizzato come una specie di cassa di risonanza. In pratica, un altoparlante emette un suono, l'orecchio umano lo capta ma restituisce un'onda sonora caratteristica che dipende dalla conformazione dell'organo; tale onda viene captata da un microfono e quindi confrontata con il campione. Anche in questo caso vi sono problemi da risolvere, prima di poter usufruire di questa tecnologia. Ad ogni modo, col passare del tempo vengono presi in considerazione sempre più organi per effettuare le rilevazioni biometriche, ma ognuno di essi presenta comunque vantaggi e svantaggi. Forse la soluzione finale si trova però in un'altra direzione: qualunque organo utilizzato fino ad ora è comunque di tipo esterno, quindi soggetto a possibili modifiche, clonazioni, espropri forzati. Nessuno ha pensato ad utilizzare qualcosa di meno evidente, di nascosto, praticamente impossibile da clonare od espropriare. Stiamo parlando dello sfintere anale, la cui struttura è caratteristica di ogni individuo, complessa, certamente non in vista e quindi più protetta. Insomma, una perfetta password biometrica. Forse non sempre pratica, questo dobbiamo ammetterlo. Ma già sappiamo che qualunque manager si calerebbe volentieri le braghe pur di sapere i propri dati al sicuro. Rimane solamente un incognita: che fare in caso di emorroidi?