Prolungato il decreto Pisanu sulla conservazione delle comunicazioni telematiche

Inviato da harvey lomax il Mar, 01/06/2009 - 22:55
Argomento
Sotto il silenzio dei media e delle stanze del potere, il famigerato decreto Pisanu sulla data retention, è stato prolungato fino al 31 dicembre 2009. Per chi non lo sapesse, il decreto prevede che sia possibile accedere ad internet da una postazione pubblica solo previa identificazione, a mezzo carta d'identità. In tal modo, non è possibile accedere liberamente agli access points dislocati negli alberghi o nei locali pubblici, come avviene invece in tutti gli stati democratici. Ciò allo scopo di intercettare comunicazioni di terroristi, che notoriamente sono tutti babbei e non sanno come eludere questo tipo di controlli. Secondo il decreto, i fornitori di servizi sono obbligati a mantenere i logs delle sessioni di tutti gli utenti per un periodo molto più lungo di quanto non previsto a livello europeo. Inoltre, se un privato volesse offrire connettività a terzi, fosse anche solo un vicino di casa, è in teoria tenuto a mantenere i logs delle sue connessioni, in modo tale che le forze dell'ordine possano usufruirne in caso di necessità. Tutto ciò ricorda molto da vicino le politiche di paesi ad alto tasso di democrazia come Arabia Saudita, Iran, Egitto, Malesia, Cina. Solo che in Cina non richiedono la carta d'identità per accedere ad un access point. Non è un caso se il decreto è stato approvato proprio il 31 dicembre scorso, quando la gran parte della popolazione si apprestava a festeggiare l'anno nuovo; in tal modo si è riusciti a far passare il tutto senza fare rumore. Come di consueto. Oltre ad impedire di fatto la realizzazione di reti wireless a disposizione di tutti, visti gli elevati costi che la data retention richiede ai fornitori di tale servizio, e che inevitabilmete andrebbero a pesare sulle spalle degli utenti, rendendo il rervizio non competitivo sul mercato e quindi inutile, vi sono altre implicazioni. I dati che devono per legge essere conservati, sono una miniera di informazioni non solo per le forze dell'ordine, ma anche per società di vario genere, oltre che gente con pochi scrupoli. Allo stato attuale, vi è una totale mancanza di trasparenza in merito a quali soggetti hanno accesso a quei dati, con quali modalità, con quali fini, e quali metodi vengano utilizzati per proteggersi dagli accessi abusivi a tali informazioni. Non basta sapere che le forze dell'orine vi possano accedere. Non sono gli unici soggetti. Per esempio i servizi segreti, c'è da scommetterci, vi possono accedere. Questa enorme mole di dati, se cadesse nelle mani sbagliate, potrebbe causare un finimondo. L'affare Telecom non ha proprio insegnato niente a nessuno, pare. Ma poiché non di intercettazioni telefoniche si parla, bensì telematiche, l'ignoranza oltre che la malafede, la fanno da padroni, e decreti assurdi come quello Pisanu vengono accettati passivamente. Basta sventolare ogni tanto sotto al naso dell'opinione pubblica la parola pedofilia, e tutti concordano che è necessario mettere un cappio al collo di internet. Come se su internet ci fossero solo pedofili, come se questi non usassero la posta ordinaria, come se questi non conoscessero sistemi per eludere i controlli, come se la pedofilia all'interno delle famiglie non esistesse. Già, perché dei 4 pedofili che circolano su internet si preoccupano (giustamente) tutti, ma di quelli che agiscono in famiglia, spesso con la complicità degli stessi genitori, non se ne cura nessuno, o quantomeno in pochi. Perché se non c'è internet, la notizia non è così ghiotta. Così con la scusa dei pedofili iniziano a conservare i dati delle connessioni di tutti. Poi inizieranno ad analizzarne il contenuto, e già ora decidono al nostro posto cosa possiamo o non possiamo vedere sulla grande rete (come se non fossimo capaci di eludere i loro sciocchi filtri). Come se non fossimo grandi abbastanza. I governi si arrogano il diritto di decidere al posto nostro: loro sanno cosa è bene e cosa è male, noi invece siamo tutti imbecilli e non sappiamo niente. Ma dov'è la democrazia??