Argomento
Ad una settimana dallo svolgimento delle elezioni politiche, è tempo di bilanci per i due schieramenti. Il Polo delle Libertà, vincitore, lavora per formare il nuovo governo, mentre la sinistra, uscita sconfitta, fa autocritica, ovvero cerca qualcuno a cui dare la colpa. Gli esclusi invece rosicano. Nel frattempo è incominciata la solita bagarre per accapparrarsi le poltrone più prestigiose. Niente di nuovo sotto il sole. La cosa che comunque fa maggiormente sorridere il sottoscritto, e non solo, è il clima da funerale che si respira tra gli sconfitti: assomiglia moltissimo a quello che regna tra i tifosi di una squadra che ha appena perso lo scudetto. Gente che pronuncia frasi tipo "E' finita la democrazia", "Ora sarà dura per noi lavoratori", "In che mani siamo finiti", "Perderemo la pensione", "La vita non ha più senso", ecc., ecc. Più o meno le stesse frasi che dicevano i sostenitori della destra quando hanno perso le scorse elezioni politiche. Ragazzi, su, non fate così, la vita continua. Ma ancora credete che cambiare governo cambi le vostre vite? Ancora pensate che la politica esista per i cittadini, e non viceversa? Beh, non vi credevo così ingenui. I governi sono tutti uguali, indipendentemente dalle (presunte) ideologie. E' vero, la politica è nata come strumento dell' uomo per l' uomo, ma oggi non è più così. Siamo preda di una setta oligarchica che ci governa da decenni. Le facce sono sempre le stesse, e quelle che compaiono per la prima volta sono solo dei burattini. Ma forse questa è una visione semplicistica. Forse. O forse ci fa comodo pensare che sia così. In realtà non sono poi molti quelli che vorrebbero trovarsi a derimere questioni troppo grandi per il cosiddetto uomo comune; meglio lasciare che se la sbrighino altri, per poi poterli criticare se non ne condividiamo l' operato. L' unica cosa che tutti noi invidiamo ai nostri politici sono i loro stipendi. Ma allora cosa vogliamo veramente? A parole, tutti le stesse cose. Solo che nessuno vuole faticare per ottenerle. Ed allora? Ma si, lasciamo tutto così, e che le cose facciano il loro corso, che il lungo (...) fiume delle nostre esistenze e dei nostri governi continui a scorrere, lento ed inesorabile. E se questo flusso travolgerà ogni tanto qualcuno, tanto peggio per lui. Noi i cartelli di pericolo li avevamo messi...
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