Argomento
Sin dalla preistoria le notti insonni degli umani di sesso maschile sono state turbate da un inquietante monito: “donne e motori, gioie e dolori”. Con il trascorrere dei secoli questo proverbio ha palesato la propria infallibilità, come tante altre perle di saggezza popolare. Ha additato all'uomo (nel senso di quello che porta i pantaloni) donde provenissero i maggiori attentati alla salute fisica e mentale. Si può ipotizzare che nella notte dei tempi suonasse più o meno come “donne e ruote” per divenire in seguito “donne e bighe” e così via; insomma l'evoluzione tecnologica ha mutato le abitudini di locomozione ma non le donne.
Ebbene quel geniaccio di Max Mosley, patron della Fia, ha capovolto a proprio favore un verdetto che il Tempo sembrava aver stabilito immutabile per l'eternità.
Come i nostri attenti lettori sapranno, all'inizio della vicenda che lo vede vittima e protagonista il buon vecchio Max si trova coinvolto in uno scandalo a luci rosse. La sua carriera e la sua immagine sembrano compromesse irrimediabilmente. In tempi di massima, a volte eccessiva libertà di costumi, non si è ben capito quale fosse il problema. Un tizio decide di divertirsi con delle prostitute d'alto bordo (beato lui che se lo può permettere) ed organizza un'orgia. I partecipanti sono tutti adulti consenzienti. Il problema maggiore, quello che scatena le più pesanti accuse è, in effetti, un altro: pare che la festicciola fosse a tema, quello discutibile della “mascherata” nazista. Sicuramente di cattivo gusto, senza dubbio politicamente scorretto. Ma, come disse un famoso ex chitarrista ora residente a Denver, “con tutto quello che succede fuori nel mondo stai a pensa' se suono all'una di notte…”.
Anche ad un occhio non troppo smaliziato appare abbastanza plausibile la teoria della macchinazione ai danni del simpatico vecchietto. Quando scoppia la bomba mediatica, attraverso la diffusione di un filmato che documenta l'accaduto, l'opinione pubblica è sdegnata, il mondo della Formula 1 chiede le testa di Mr. Mosley. Il quale a sua volta si difende con una tesi che possiamo riassumere come “A casa mia faccio quel cazzo che mi pare!”.
In sua difesa noi possiamo rilevare come abbia attuato alla lettera i dettami dell'antico adagio: visto che di motori e donne se ne intende, ha interpretato a modo suo il “gioie e dolori” praticando di un po' di sado-maso. Per bilanciare muoviamo anche un'accusa: in virtù della sua carica di rilievo nel campo automobilistico, carica che presuppone delle responsabilità, alle divise del Terzo Reich avrebbe dovuto preferire tute sponsorizzare e caschi da pilota (questo ci avrebbe anche risparmiato l'indecoroso spettacolo mostrato dal video in questione).
Torniamo ai fatti ed al loro sviluppo. Max sembra con le spalle al muro, ma da uomo saggio sa attendere con pazienza che la situazione si ribalti a proprio favore. Infatti nell'ordine arrivano prima i passi indietro da parte dei vari boss della F1 rispetto agli iniziali j'accuse, poi la riconferma a Presidente della Fia; il magazine che aveva diffuso il video viene condannato a pagargli un risarcimento ed infine giungono persino le scuse da parte di una signorina che aveva partecipato al bizzarro party (pardon, “signora”, visto che è moglie di uno 007…). Insomma, zio Max ottiene una vittoria totale e soprattutto sembra aver smentito per sempre l'abusato proverbio. Quindi, cari signori, tutti a puttane! (Naturalmente a bordo di fiammanti e costosissime auto di lusso.)
GHOST_DOG
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