Fiera del Libro a Torino: polemiche per Israele

Inviato da harvey lomax il Lun, 02/04/2008 - 23:25
Argomento
Dall'8 al 12 maggio si terrà a Torino l'annuale Fiera del Libro, un avvenimento culturale di portata internazionale, a cui partecipano scrittori ed editori da tutto il mondo, e che dà lustro al capoluogo piemontese. Ospite d'onore quest'anno è la nazione d'Israele. Purtroppo anche in questa occasione sono arrivate le polemiche, da parte di esponenti di una certa area. In una lettera alla direzione della mostra, il segretario provinciale del Pdci Vincenzo Chieppa ha protestato per la scelta di Israele come ospite, lamentando il fatto che la Palestina continua tutt'oggi a soffrire della sua occupazione, che a sua volta causa continuamente vittime, sofferenze, ecc. A lui si sono aggiunti poi altri movimenti chiamiamoli "pro Palestina" inneggianti al boicottaggio della mostra, delle case editrici e degli autori israeliani. I più estremisti minacciano, secondo il Foglio, pressioni a livello di marketing, l'apertura di un padiglione alternativo e manifestazioni di protesta. Fuori dalla mostra, una bandiera d'Israele marchiata da un segnale di divieto. Peccato che la maggior parte dell'intellighenzia di quello stato sia tutt'altro che guerrafondaia ed estremista. La maggior parte degli scrittori è infatti a favore della riconciliazione tra i popoli e della pace, ma evidentemente il rigurgito antisemita mascherato da difesa dei diritti di un altro popolo, ugualmente sofferente, ha la meglio sulla ragione e su quei 2 neuroni a testa che certa gente si ritrova. E quei due neuroni mi fanno pena! Una protesta del genere, rilanciata all'indomani del Giorno della memoria per ricordare l'olocausto, non è solo fuori luogo e di cattivo gusto, ma lascia anche comprendere quanta stupidità ci sia al mondo. Inoltre, una manifestazione culturale non è certo il luogo per ideale per scagliarsi contro qualcuno. Semmai l'incontro tra culture diverse, filosofie, tradizioni, autori, e certo anche modi diversi di fare businness, è invece teatro ideale per la riconciliazione ed il dialogo. Anche una capra lo capirebbe. Ma qui in Italia no! Qui la gente che non ha niente da fare (ed è moltissima) preferisce occupare il proprio tempo in pratiche distruttive, ricerca un nemico da combattere sempre e comunque, senza volerne ascoltare le ragioni. Ed il nemico di una certa area politica (più o meno politica) è Israele. Chissà come mai, queste stesse persone non si preoccupano mai dei profughi del Darfur che vengono regolarmente fatti a pezzi, dei massacri tra Utsi e Tutu, delle pulizie etniche in Serbia. No, semre e solo Israele per questi signori. Ma perché non si fanno un bel giro a Dachau? E magari ci restano?