Ad un mese dalla prematura scomparsa dello sfortunato Michele Scarponi, deceduto in un incidente stradale, il Giro d'Italia è entrato nella sua fase cruciale. La tappa di oggi, con la Cima Coppi sul Passo dello Stelvio, era molto attesa da addetti ai lavori e tifosi. Tutti si aspettavano un attacco alla maglia rosa da parte di Vincenzo Nibali e di Quintana, e così è stato, con il corridore nostrano a concquistare il tappone di montagna ed il colombiano terzo a poca distanza, che recuperano abbondantemente su Tom Dumoulin, leader della corsa che è comunque riuscito a mantenere la posizione in classifica in una giornata che per lui possiamo definire, senza falsi eufemismi, "di merda". Infatti il ciclista olandese era riuscito a rimanere al passo dei migliori per tutta la tappa, quando, a 33 Km dalla fine, è accaduto l'impensabile: Quando la diarrea ti sorprende - citando un famoso spot pubblicitario - ... Fuggi! Non farti raggiungere! Purtroppo alla maglia rosa non è rimasto altro da fare che correre in un prato lungo il percorso e calarsi le braghe, impietosamente inquadrato dalle telecamere in diretta. Chissà se oltre alle inquadrature trasmesse ve ne erano altre da ulteriori angolature che permetterebbe di meglio comprendere quanto accaduto. Fatto sta che, mentre il braccio di scimmia si allungava sul'erba perlata di rugiada per poi riavvolgersi su sè stesso, come un pitone che stritola la propria preda, il gruppo dei migliori accumulava inevitabilmente vantaggio. E mentre i telespettatori, ormai avvertiti dell'eufemisticamente detto "problema intestinale", si interrogavano sull'utilizzo o meno della carta igienica da parte della maglia rosa, o se avesse utilizzato quest'ultima per poi rivoltarla, gli esperti si interrogavano sulla causa dell'emergenza: troppe due impepate di cozze la sera precedente? Borracce riempite di Weissbier? Vaschetta di gelato e sigaretta prima della partenza? Intanto i suoi due più temibili rivali prendevano il largo. Shit happens. Nonostante tutto Dumoulin non si è perso d'animo, e praticamente senza aiuto da parte dei compagni è riuscito ad arrivare al traguardo perdento meno di quanto ci si potesse attendere, riuscendo così a mantenere la testa della classifica. Al termine della tappa, il corridore olandese era visibilmente contrariato, più con sè stesso che con altri, per quanto accaduto; durante le interviste qualcuno aveva interpretato un sua parola come un attacco al gruppo per non averlo atteso; secondo l'intervistatore avrebbe detto "cheat" (imbroglio), ma secondo noi ha detto "shit". Shit happens, appunto.
Del destino del souvenir lasciato sui prati montani, non abbiamo notizia. Conoscendo però l'avidità quasi maniacale con cui i tifosi raccolgono quanto lasciato dai corridori per strada, ci sentiamo di dubitare che sia ancora lì. D'altronde un souvenir così, della maglia rosa per di più, mica capita tutti i giorni.
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