Deceduto Vujadin Boskov, l'allenatore filosofo

Inviato da harvey lomax il Lun, 04/28/2014 - 14:15
Argomento

Ad 82 anni l'allenatore che vinse lo scudetto con la Sampdoria nel 1991  e la Coppa delle Coppe ci ha lasciati, dopo lunga malattia. Vujadin Boskov crebbe calcisticamente nella squadra yugoslava del Vojvodina, conquistandosi anche un posto in nazionale, con la quale si aggiudicò un argento olimpico. Più ricca di soddisfazione fu la carriera da allenatore, che lo vide protagonista su di un'infinita serie di panchine: Svizzera, Olanda, Yugoslavia (tra cui la nazionale), Spagna e naturalmente Italia. Qui, oltre alla Sampdoria allenò altre compagini, ma il suo nome rimane legato soprattutto ai successi che conquistò con la compagine blucerchiata: scudetto, Coppa delle Coppe e la Coppa Italia per due anni consecutivi. Grazie ad essa ebbe il privilegio di allenare campioni come Vialli, Mancini, Cerezo, Dossena, Pagliuca, Vierchowod, Katanec, Mychajlyčenko, Lombardo, Gullit, solo per citarne alcuni.

Boskov diede al calcio più di quanto il calcio stesso avrebbe dovuto dargli. Lo ricordiamo sulla panchina come allenatore di vecchio stampo, mai sopra le righe, rispettoso di avversari e colleghi, raramente soggetto ad ira, mai scorbutico con giornalisti e media, ma dotato di una sagacia ed umorismo fuori dal comune. Indimenticabili i suoi aforismi e le sue battute, che a distanza di tanti anni ancora ricordiamo con piacere, bellamente scopiazzate dal sito di Tuttosport.com (a proposito: grazie!):

  • Benny Carbone con sue finte disorienta avversari ma pure compagni.
  • Chi non tira in porta non segna.
  • Ci sono allenatori che pretendono di far mangiare ai loro giocatori prosciutto di San Daniele e formaggio Bel Paese. Poveri noi e poveri loro.
  • Rigore è, quando arbitro fischia.
  • Gli allenatori sono come i cantanti lirici. Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla scala di Milano.
  • Grandi squadre fanno grandi giocatori. Grandi giocatori fanno spettacolo e migliore calcio.
  • Gullit è come cervo che esce di foresta. (Quando l'olandese arrivò alla Samp)
  • Gullit è come cervo ritornato in foresta. (Quando se ne ritornò al Milan)
  • Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello. (Ad un giornalista che prevede la retrocessione del Napoli)
  • La mia grossa preoccupazione è prendere un gol meno dell'avversario.
  • La zona? Un brocco resta brocco anche se gioca a zona. Dov'è lo spettacolo?
  • L'allenatore deve essere al tempo stesso maestro, amico e poliziotto.
  • Lombardo è come Pendolino che esce dalla galleria.
  • Nel calcio c'è una legge contro gli allenatori: giocatori vincono, allenatori perdono.
  • Non ho bisogno di fare la dieta. Ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili.
  • Pallone entra quando Dio vuole.
  • Partita finisce quando arbitro fischia.
  • Più bravi di Boskov sono quelli che stanno sopra di lui in classifica.
  • Quando segnano gli avversari c'è sempre qualche distrazione dei difensori.
  • Se io slego il mio cane, lui gioca meglio di Perdomo (giocatore all'epoca del Genoa)
  • Io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa con mio cane. (la "rettifica" del giorno dopo)
  • Se mettessi in fila tutte le panchine che ho occupato, potrei camminare chilometri senza toccare terra.
  • Se non gioca Castellini io mettere Hugo. Altro non hay.
  • Se vuoi fare una brutta figura, parla con gli arbitri, scoprirai le tue debolezze di carattere.
  • Squadra che vince scudetto è quella che ha fatto più punti.
  • Tedeschi sono come tedeschi, montenegrini come montenegrini.
  • Un 2 a 0 è un 2 a 0, e quando fai 2 a 0 vinci.

Addio signore del calcio, ci mancherai.