Colpo di scena, Berlusconi ci ripensa e vota la fiducia

Inviato da harvey lomax il Gio, 10/03/2013 - 20:03
Argomento

Alla fine è accaduto ciò che in pochi pronosticavano all'apertura della crisi, ma che infine è probabilmente risultata come l'unica strada percorribile dal Berlusconi e dai suoi falchi.

La giornata di ieri rimarrà negli annali, come una delle partite a scacchi piò memorabili della seconda repubblica.
In mattinata tutto lasciava presagire che il PdL, come da copione, non avrebbe votato la fiducia al governo Letta. I ministri in carica del PdL avevano infatti dato le dimissioni, in seguito al dictat del loro leader, causando la crisi. Una mossa presentata come segno di protesta per il mancato rinvio / cancellazione dell'aumento dell'IVA, ma che in realtà celava un palese ricatto nei confronti dell'attesa sentenza in merito alla decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore, in seguito alla condanna definitiva subita nell'ambito del cosiddetto processo Mediaset.
Le dicharazioni in Parlamento dei seguaci di Berluscon, Bondi in testa non lasciavano spazio a dubbi. Tuttavia sin dalla mattinata diversi parlamentari pidiellini di area moderata avevano manifestato dubbi in merito all'atteggiamento di Berlusconi e dei falchi nei confronti della crisi. Tra questi il segretario Alfano e Formigoni. Il gruppo è via via cresciuto di numero, sino ad andare a costituire quella manciata di voti che avrebbe consentito a Letta di ottenere la fiducia in Senato. Il PdL si spaccava; da una parte Berlusconi e quella parte del patito costituita dai piò intransigenti, dall'altra il gruppo di Alfano costituito da ex democristiani, colombe piccioni ed altri volatili, intenzionati a votare la fiducia.
Mentre all'interno del maggior partito di centro destra italiano si consumava il dramma dell'immininente scissione, che avrebbe portato alla costituzione di un nuovo gruppo parlamentare, Berlusconi rimuginava su come evitare la catastrofe: perdere una parte dei parlamentari in quel momento poteva divenire l'anticamera della disfatta alle prossime elezioni, che ad ogni modo sembravano sempre piò lontane. Il piano iniziale di provocare la crisi di governo ed andare al pià presto alle elezioni, approfittando dei sondaggi favorevoli, era miseramente fallito, così come il piano di ricattare il PD per evitare la decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore.
In quei momenti a priorità diveniva dunque un'altra per il leader del PdL: evitare la scissione, mantenendo il ruolo di leader del centro destra, e nel contempo evitare di perdere la faccia dinnanzi alla nazione.
Ed è stato a quel punto che il fantasmagorico Silvio a tirato fuori dal cilindro l'ennesimo coniglio, ovvero la dichiarazione di fiducia da lui profferita e maturata in seguito ad una profonda riflessione, convinto dal discorso di Letta, secondo le sue parole. Una mossa astuta che ha lasciato basiti sia Alfano che Letta, ma che giunti a quel punto, era l'unica mossa possibile per salvare capra e cavoli. con un ulteriore risvolto: quello di presentare al proprio elettorato un Berlusconi salvatore della patria, che salva il governo anteponendo gli interessi della nazione ai propri. Un autentico colpo di genio che però il capogruppo del PD in Senato Zanda ha bollato come "il tentativo di nascondere una sconfitta politica".

Alla fine tutti contenti. Letta ha ottenuta la fiducia, Alfano ha rafforzato la propria posizione all'interno del partito, Berlusconi ha evitato la scissione del partito, e Grillo potrà continuare a prendersela col governo.

Da oggi si ricomincia. Tutto come prima.