La baia dei Pirati - Assalto al copyright

Inviato da harvey lomax il Dom, 02/08/2009 - 16:02
Argomento
E' in uscita in questi giorni il nuovo libro di Luca Neri, intitolato "La baia dei Pirati - Assalto al copyright". Il titolo è ispirato al celebre sito internet svedese thepiratebay.org ove migliaia di appassionati si recano per scambiarsi, senza fine di lucro, films, musica, software, testi ed altro, attraverso il protocollo bittorrent. Ci preme sottolineare di non aver ancora letto il libro, e di aver basato la recensione su quanto reperito in rete da varie fonti. Il libro tenta di indagare il fenomeno del p2p (lo scambio di files attraverso internet), e le sue implicazioni riguardo alla possibile infrazione delle leggi sul copyright. Va specificato che di per sè, l'utilizzo di softwares per scambiare files, non è illegale. Semmai è illegale scambiarsi files protetti dal diritto d'autore. L'autore cerca di capire ed interpretare il fenomeno, che da attività di nicchia, è divenuta di uso comune nel nostro paese, tanto fra i giovani, quanto fra individui a cui la barba è già cresciuta (ricordiamo che anche il ministro Maroni ha pubblicamente dichiarato di utilizzare questi softwares per scaricare files multimediali). La storia di questo fenomeno parte col celeberrimo Napster, poi fatto chiudere dalle lobbies della discografia, passa attraverso numerosi stadi, ed oggi ci ritroviamo col sito di scambio più famoso del mondo, thepiratebay.org appunto, che ha fatto del libero scambio di files la propria bandiera, per poi tentare anche un entrata in politica, senza riuscirvi, ma ottenendo comunque più voti del partito dei Verdi svedesi. Segno che i tempi sono cambiati, che il copyright come era stato pensato cinquanta anni fa non ha più alcun senso. La Baia dei Pirati è l'emblema di questa guerra senza frontiere tra i fautori di una libera circolazione dei contenuti, della cultura, e le lobbies della musica, del cinema e del software, che rifiutano di riconoscere il modello del copyright attuale come obsoleto, che tentano in tutti i modi di mantenere i propri privilegi di casta, riconosciuti per altro anche da artisti del calibro di David Byrne, Nine Inches Nails e Radio Head, da lungo tempo aperti a nuove forme di distribuzione dei contenuti, utilizzando tipi di licenze che permettono un uso più equo ed aperto degli stessi, come ad esempio la licenza Creative Commons. La Baia dei Pirati è il nemico numero uno delle lobbies del copyright, che ricorrono ad ogni mezzo pur di farla sparire dalla faccia della terra: denunce, pressioni politiche sfociate anche in perquisizioni e sequestri a carico dei gestori, che per altro non hanno portato a nulla, oscuramenti del sito da parte di providers sui quali era stata agitata la minaccia dei denuncia per favoreggiamento nello scambio di materiale protetto. Per finire si è arrivati anche allo spionaggio a carico dei gestori della Baia, che hanno per altro smascherato la macchinazione e raccontato tutto sulle pagine del proprio sito. Nonostante gli sforzi comunque, thepiratebay.org è ancora lì, e non ha nessuna intenzione di andarsene. Secondo le tesi dell'autore, lo scaricamento di files dai circuiti p2p. è un fenomeno sociale rilevante, non una semplice moda. E' una forma di protesta, alla pari di quelle del '68, contro un sistema vecchio ed antidemocratico, che fa di tutto per rimanere ancorato ai propri privilegi ed ai dettami di epoche remote. E' disobbedienza civile, è disobbedienza politica, contro quale connivenze tra poteri economici e politici che si sostengono ed alimentano vicendevolmente, incuranti delle aspirazioni e delle volontà del popolo. Per questo nel libro si legge "I principi su cui si basa il copyright sono obsoleti, dannosi, incompatibili con il fiorire della libera comunicazione elettronica. Ergo: scaricare senza pagare – musica, film, software, videogame, libri – è non solo giusto, ma anche necessario per la democrazia" (NdA: La citazione è stata presa da questo articolo del Corriere della Sera). Luca Neri è un esperto piuttosto noto nell'ambiente informatico, ed ha speso circa un anno per effettuare l'inchiesta che ha portato alla realizzazione di questo suo libro. E' uno dei pochi giornalisti in grado di parlare di internet e delle sue dinamiche con cognizione di causa, a differenza della maggior parte di coloro che scrivono sui principali quotidiani. Vale quindi la pena, secondo noi di approfondire l'argomento con questo suo libro. Di seguito un link contenente un breve estratto del libro: http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2064174