Argomento
Steve Jobs è deceduto, a causa di un cancro al pancreas. Aveva 56 anni. Dallo scorso agosto aveva lasciato il proprio ruolo di CEO dell'azienda. Da tutto il mondo si sono levate note di cordoglio, da Barack Obama a Bill Gates, ma anche i numerosi fan della Apple sparsi in tuttoi l mondo, persino in Cina. In queste ore i mass media ripercorrono la sua carriera di pioniere dell'informatica, narrandone le gesta coem si trattasse di un eroe vichingo. Steve Jobs ha fatto parte di quella prima schiera di hacker venuti fuori dal Massachussets Institute of Technology. Dipinto come affabile, dispotico, cordiale, scorbutico, schivo, snob, tutto ed il contrario di tutto. Noi non l'abbiamo conosciuto, pertanto eviteremo questo tipo di noiosa retorica. Viene in queste ore dipinto come un genio, un innovatore, un creativo, un visionario. Non era al livello degli altri compagni di merende del MIT, nemmeno del collega Wozniak che con lui fondò la Apple nel 1976 e propose i primoi rivoluzionari modelli di personal computer, l'Apple I e II. Jobs, così come Wozniak ebbe indubbi meriti all'alba di quella nuova era. Ma la storia recente parla d'altro. Parla di un geniale uomo d'affari, uno che capisce l'importanza di associare l'utile al bello, di confezionare oggetti che non siano solamente preposti ad eseguire un certo compito, ma che diventino ricercatissimi gadget di moda. Un punto di vista che si è rivelato talmente azzeccato da produrre iCosi più belli che funzionanti. Jobs intuì molto tempo fa l'importanza del marketing, e grazie alle proprie intuizioni, riuscì a far crescere la Apple sino a divenire la prima grande azienda IT nel mondo per fatturato. Nonostante ciò, questa sua abilità negli affari si è spesso scontrata con una certa etica che i primi hacker possiedevano, e che causò la rottura tra chi, come Stallman ed altri predica una visione di condivisione della conoscenza, e chi, come Jobs e Gates, preferisce tenere il proprio scibile per sé allo scopo di introdurre, più o meno velatamente, un monopolio nel mercato. Il fondatore di Apple non fece null'altro che quanto richiede il mondo della finanza dei giorni nostri: realizzare profitto, innovare, prevedere l'evoluzione del mercato, e guadagnare. Guadagnare ed ancora guadagnare.
Non dimentichiamoci però delle critiche ricevute nelcorso degli anni, a cusa della strategia aziendale. I difetti più o meno marcati dell' iPhone, l'impossibilità di ascoltare le canzoni acquistate su iTune su altri dispositivi, l'aver sfruttato codice del kernel di FreeBSD per il kernel XNU utilizzato per il sistema operativo Darwin di Mac OS X, sfruttandone le caratteristiche della licenza senza però aprirne il codice. In generale in molti contestarono la costruzione di quello che è un universo chiuso, fatto solo per utenti Apple, in cui tutti devo sottostare alle regole della casa, dagli svilupparori agli utenti. Inoltre, dato il costo non proprio esigui dei vari dispositivi, si è venuta a creare una sorta di élite di utenti, gente che solitamente usava il sistema operativo Windows sul computer di casa, ma era rimasto ammaliato dai mirabolanti effetti grafici e dal design del Mac, ignorando che il desktop multiplo esiste sui sistemi Linux e BSD based sin dagli albori, che gli effetti grafici del Mac sono una scoreggia nell'universo rispetto ai vari Compiz, Beryl e Kwin che girano su vari sistemi open source. Utenti orgogliosi di mostrare il proprio nuovo costoso notebook tutto bianco e lucido ad amici e parenti, senza sapere di essere seduti su un sistema Unix, senza avere idea di cosa sia una shell. Individui talmente fighi da acquistare un Mac per poi farci installare sopra Windows! Come dire, comprarsi una Jaguar per poi metterci il motore di una Vespa. Gente disposta a spendere cifre pazzesche per un netbook ultrapiatto, senza scheda ethernet (solo wifi) o lettore dvd, utile probabilmente più per specchiarsi nel monitor che per essere utilizzato. Certo non tutti gli utilizzatori dei prodotti Apple sono utonti danarosi e snob, ma alzi la mano chi ha acquistato un Mac a causa delle sue prestazioni. Diciamo la verità, è un bell'oggetto da vedere, ma il suo sistema chiuso, ne limita fortemente le potenzialità, così come l'incapacità dell'utente finale a sfruttare un sistema operativo basato in parte su Unix.
La creazioni di questa schiera di utenti clonati e fichissimi costituì la base per l'affermazione dell'azienda, sottraendo lo scettro di prima della classe a Microsoft. Il culto della personalità che ne seguì, e che possiamo osservare in queste ore dinnanzi agli Apple Store di tutto il mondo, fu solo una conseguenza.
Possiamo considerare quest'ultima una colpa? A voi il giudizio. Tuttavia se di colpe vogliamo parlare, come dimenticare le dichiarazioni dell'ineffabile Jobs in merito agli stabilimenti della Foxconn in Cina, dove si producono vari dispositivi marchiati Apple, dove nel corso degli anni numerosi dipendenti si sono suicidati a causa delle condizioni di lavoro? Secondo lui, si trattava di una fabbrica carina, con piscine e ristoranti, che il tasso di suicidi era comunque sooto alla media degli USA, che le ispezioni mandate dalla Apple non avevano rivelato alcunché di anomalo. Insomma, era meglio del Mulino Bianco. Non fosse che per quei cadaveri spiaccicati sull'asfalto. Un vecchio hacker questo non lo avrebbe mai permesso, piuttosto sarebbe fallito. Ma Jobs non lo era più da lungo tempo. Era solo un ricchissimo uomo d'affari, con un pancreas malandato.
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