Angela Merkel, proposta per un web europeo: riflessione personale

Inviato da harvey lomax il Mar, 02/18/2014 - 19:12
Argomento
Lo scandalo del Datagate continua a fornire nuovi inquietanti dettagli, ma mentre in Italia ci si preoccupa più di sapere se Totti gioca o meno, in Germania qualcuno ha deciso di dire basta. La cancelliera Angela Merkel ha lanciato la proposta di un web europeo, una rete (o meglio un segmento di internet) che tuteli maggiormente la privacy dei cittadini del vecchio continente, i loro diritti ed i loro dati. Si tratterebbe in soldoni di evitare che i dati originati in Europa debbano forzatamente transitare per gli Stati Uniti (ma meglio sarebbe anche evitare la Gran Bretagna); in particolar modo le email con i loro metadati, che tanto successo hanno riscosso presso l'agenzia di sicurezza statunitense NSA. Chi possiede un account di posta Gmail, Hotmail, Yahoo, ecc finisce inesorabilmente nelle reti dell'NSA, poiché i server di tali servizi risiedono principalmente oltreoceano. Anche qualora un messaggio venisse inviato da un utente europeo ad un altro, esso transiterebbe per qualche computer dislocato sul suolo americano. Ma questo è solo un banale esempio. In realtà i metodi a disposizione per raggranellare dati su di noi sono tantissimi: a partire dalla stessa infrastruttura di internet, con la maggior parte dei server DNS root in mano agli USA, che ne possono quindi intercettare le richieste, sia da parte di altri server DNS, che da parte di utenti in modo diretto; poi ci sono i social network più celebri, i servizi cloud, i programmi di instant messaging per computer e smartphone, i servizi voip come Skype e tanto altro. La stragrande maggioranza di tali servizi si trova negli USA, ed anche se ci si appoggia ad infrastrutture delocalizzate sul territorio, i dati relativi a ciò che l'utente fa, in che modo, quando e dove, finiscono sempre negli USA. Anche utilizzare servizi prettamente locali non mette al riparo dagli occhi dell'NSA, poiché essi possono essere comunque indirizzati verso percorsi che portano i dati ad attraversare il territorio statunitense; la rete gestisce il traffico secondo regole che prevedono l'instradamento dei pacchetti di rete, in modo tale da procedere in maniera spedita e senza intoppi. Dei grandi computer chiamati router (che possono però anche essere integrati col modem della nostra adsl casalinga), ricevono e reindirizzano le connessioni. Essi possono essere manipolati per reindirizzare il traffico, sia per scopi leciti, che per scopi illeciti. Vi è poi il fatto che molti di noi sono soggetti allo "spionaggio" silente dei cookie, che ogni volta che andiamo a leggere un quotidiano, visitiamo siti web nostrani, comunque registrano le nostre attività e le possono inviare a siti terzi (siti che raccolgono dati a scopo pubblicitario, tra cui Google) che si trovano prevalentemente in USA. Come detto si tratta solo di alcuni esempi.

Il capo del governo teutonico ha lanciato la proposta al presidente della Francia Hollande. Subito vi sono state reazioni sui mass media. Ho letto di balcanizzazione di internet. Il Fatto Quotidiano usa quel termine a proposito di una presunta ricerca di una qualche sovranità dei governi sulla rete o su parte di essa, nonché sulle grandi corporation dell'IT. Mi pare di intuire che le intenzioni dell'autore dell'articolo, avv. Guido Scorza, siano quelle di evidenziare il pericolo di possibili limitazioni imposte allo sviluppo, non della rete, bensì delle aziende che di internet hanno fatto il proprio core business. Si cita l'esempio del paventato obbligo di partita IVA per quelle che operano in Italia, di manovre "che rappresentano un’autentica dichiarazione di guerra allo strumento di globalizzazione socio-economica per eccellenza: il web". Nel pezzo si parla di contro-globalizzazione, di una qualche tendenza a voler tornare al passato, ad uno stadio in cui ognuno possedeva il proprio pezzo di orticello e ci si scambiava le verdure sul bordo dello steccato. Una volontà, a detta dell'autore, utopistica, mentre sarebbe invece auspicabile la realizzazione di una governance sovranazionale, nell'ottica "di mettere a profitto dei cittadini della nuova comunità globale le straordinarie opportunità ed occasioni offerte dalla globalizzazione e dalla conseguente caduta dei confini socio-economici e culturali e non - come troppo spesso sembra accadere - dichiarando guerra, quasi per principio, al nuovo o ai nuovi protagonisti dell’economia globale", mentre per per combattere lo strapotere delle aziende IT d'oltreoceano bisognerebbe promuovere, incentivare quelle europee, in un'ottica di una maggiore competitività.
Il quotidiano La Repubblica parla poi di un ritorno all'epoca che vedeva la Germania contrapposta a Gran Bretagna (che da sempre è il maggior partner dell'intelligenze americana) ed altre nazioni, al ritorno ad un clima da guerra fredda, a causa delle dichiarazioni della Merkel, che si sono succedute alla succitata proposta. La Germania ha fatto infatti sapere che non intende fare più alcuna differenza fra amici e nemici, e che tutti potranno essere sottoposti ad azioni d'intelligenze. Se prima l'attenzione era infatti rivolta solo a quelle nazioni come Iran, Corea del Nord e Cina, considerate più o meno nemiche, ora anche Stati Uniti e Gran Bretagna potranno essere oggetto di spionaggio, a partire dagli agenti dislocati nelle ambasciate, al personale delle varie agenzie che operano sul suolo della Repubblica Federale di Germania. Ma giunti a questo punto, cosa ci si poteva aspettare? Che i vari governi sottoposti all'impianto di sorveglianza globale dell'NSA e del GCHQ britannico se ne stessero zitti e tranquilli a subire?
Infine Massimo Mantellini, blogger esperto di cose della rete, su Punto Informatico boccia senza appello la proprosta tedesca, definendola "stupida".

Tutti gli articoli che ho letto in definitiva non concordano con la proposta Merkel, ma la mia impressione è che si sia perso di vista lo scopo originale della stessa.

Punto primo.
Sotto l'aspetto strettamente politico e militare, ogni nazione ha il diritto dovere di proteggersi. L'Europa ha subito un torto, chiamiamolo così. Ora cosa dovrebbe fare? Subire passivamente? Nessuno dei succitati articoli propone delle soluzioni al fatto che siano stati intercettati dei capi di stato. La rete ed internet qui sono un aspetto marginale. Se uno stato ne spia un altro, il secondo ha tutto il diritto di tentare di ripristinare la propria sicurezza. Se poi questa riguarda anche i comuni cittadini, tanto meglio. Giusta o sbagliata che sia la proposta Merkel, almeno qualcuno ha avuto il coraggio di aprire la bocca. Sui metodi ed i tempi si può discutere, ma una soluzione deve essere trovata. Quella del web europeo, a mio giudizio, non è un tentativo di prevaricazione delle compagni d'oltreoceano, o di guerra alla globalizzazione economica (non sia mai!). Semplicemente si tratta di prendere delle precauzioni, come del resto fanno anche USA e Cina. Gli Usa per esempio, per evitare intercettazioni non utilizzano nei network governativi materiale di provenienza cinese. La Cina è dotata del Great Firewall, che impedisce la libera comunicazione tra interno ed esterno del proprio segmento di internet. In tutti i network esistono delle misure di sicurezza, e mantenere per esempio i database di dati personali entro i propri confini potrebbe essere una soluzione per proteggerli dalle intrusioni dell'NSA. Perché di questo stiamo discutendo, non di intrusioni di hacker terzi, di Anonymous, di pirati cinesi od altro, soltanto nei confronti di NSA e soci. I dati sarebbero inoltre protetti da una legislazione più severa in materia di privacy.
Possono esserci altre soluzioni, più o meno valide, ma finché nessuno le propone, è inutile stare a lamentarsi del fatto che siamo tutti spiati 24/24 dalle agenzie americane & C.
Tanto meno mi pare giusto paventare scenari che vedono la contrapposizione di blocchi di stati (cosa peraltro già esistente) come un'alleanza Francia - Gemania vs Gran Bretagna ed USA. Francamente questo tipo di visione mi sembra fuori luogo. Qui non si tratta di uno stato contro l'altro, ma di istituzioni, di gente comune. La prima vittima dell'NSA, vorei ricordarlo, è stato proprio il popolo americano; non mi sembra di avwer letto da nessuna parte che la cancelliera Merkela abbia qualcosa contro di esso. La contrapposizione qui è fra delle agenzie di spionaggio (che potrebbero anche essere nell'Antartico, per quanto mi riguarda) contro gente comune, individui che da queste si sentono minacciate, e tra queste persone vi sono evidentemente anche politici, attivisti, uomini d'affari e quant'altro. Non si tratta di contrapporre spie americane e tedesche sul filo strettamente politico e militare, ma semplicemente di evitare che i soprusi indiscriminati continuino; se l'unico modo di far capire alla controparte che è andata troppo oltre, è ripagarla con la stessa moneta, allora sia. Sempre nell'ambito delle convenzioni fra paesi alleati, ovvio...

Punto secondo.
Se quello di internet è un ambiente sovranazionale e tendenzialmente globalizzato, altrettanto non si può certo dire per gli stati intesi come entità giuridica. Ognuno ha leggi proprie ed ha, entro certi limiti il diritto ed il dovere di agire sul proprio territorio come meglio crede. E' impensabile che una o due nazioni possano arrogarsi il diritto di interferire così pesantemente con altre considerate amiche, dietro sorrisi di facciata e strette di mano false, sbandierando la minaccia terrorista, la quale altro non è che una scusa puerile, come hanno dimostrato le intercettazioni a carico di FMI, organizzazioni come Medici senza Frontiere, e dei vari esponenti politi europei: erano tutti terroristi questi?

La verità secondo la mia modesta opinione, è che la tanto sbandierata globalizzazione è reale sino ad un certo punto e ciò vale anche per la rete. Internet come infrastruttura è globale e raggiunge (tranne che in Italia) qualunque zona della Terra. Al suo interno però esistono tante reti, ognuna con regole sue, proprio come avviene per le diverse nazioni. Pensiamo per esempio alla Cina, una nazione la cui infrastruttura di rete è contenuta del Grande Firewall, e che lascia transitare soltanto i contenuti graditi al governo. Allo stesso modo tutti quegli stati in cui viene operata della censura, come Arabia Saudita, Iran, ecc. Spesso si confonde il concetto di globalizzazione e di (neo)liberismo con quello di libertà in senso lato. Non mi pare sia così. Un mercato libero non significa necessariamente libertà per i cittadini. A cosa mi serve sapere che Gmail può operare in Cina se poi non posso scrivere ciò che voglio nei miei messaggi? Si tratta solo di un esempio semplicistico, ma il concetto è questo.
Ridurre il tutto a mere considerazioni di tipo economico e politico mi sembra fondamentalmente errato. Fare in modo che le aziende europee possano rivaleggiare con lo strapotere delle concorrenti USA sulla carta non sarebbe male, senonché nessuno considera che USA ed Europa sono due realtà economiche differenti, che operano con regole diverse, e pertanto nel breve periodo questo auspicato aumento vertiginoso di competitività mi sembra irrealizzabile. Tutti predicano il liberismo economico, ma chi al momento la fa da padrone sui mercati sono quelle nazioni che in qulache modo effettuano una sorta di protezionismo: Cina, le Tigri del Sud Est Asiatico, tanto per citare alcuni esempi. Gli stessi campioni del (neo)liberismo, come USA e Giappone, per incentivare la propria economia non fanno altro che immettere liquidità al bisogno, cioè stampare moneta senza limiti, innanlzare il proprio debito pubblico, alzare l'inflazione. tutte cose che l'Europa non può fare. A dimostrazione che ognuno gioca con regole diverse. Tutto ciò si riflette anche sul settore IT ed ITC, dove una startup in Italia non riesce ad ottenere un prestito in banca, mentre nella Silicon Valley o a Pechino i finanziatori (privati o pubblici) si trovano più facilmente. Allora dove sta questa globalizzazione, questa libertà di poter competere ovunque? Google vince ovunque perché è la migliore compagnia IT, concordo, ma anche perché può permettersi di giocare con certe regole. Io non sono un esperto d'economia, e vedo questi aspetti come l'umile uomo della strada, ma a me sembra che l'Europa, e l'Italia in particolare siano schiacciate da una parte dal protezionismo dei mercati asiatici e dall'altra dal (neo)liberismo statunitense. In quwesto modo si subisce la concorrenza di due sistemi di mercato non potendoli combattere con le stesse armi. Non mi pare proprio plausibile l'idea di un'azienda come Google che abbandona l'Europa per non pagare le tasse. Da che mondo e mondo, se un'azienda opera su di un certo territorio, è lì che deve pagare le tasse. Se io vado a lavorare in Olanda, le tasse dove credete che le paghi? Lì, ovviamente. Poi ovviamente ci sono tutti gli escamotage di questo mondo, ma il principio di base dovrebbe essere quello appena citato, per tutti. Altrimenti conviene portare tutte le aziende italiane negli USA, visto che il problema più importante emerso negli articoli di giornale sembra essere quello di danneggiare le compagnie IT. Poi non ci lamentiamo se non avremo più lavoro né servizi. L'importante è che le aziende continuino a fatturare nel nostro paese, per poi spostare altrove i propri guadagni, pagando così meno tasse e vivendo felici.

Oggigiorno parole come dazi, protezionismo, confini, sembrano far rizzare i capelli a tutti. La globalizzazione ed il liberismo devono permeare ogni aspetto della vita sociale, politica ed economica di nazioni e cittadini. Eppure c'è qualcosa che personalmente non mi convince. Il Vecchio Continente è sommerso dai prodotti cinesi; le compagnie USA detengono la gran parte del mercato IT, fanno largo uso della finanza creativa, comprano e vendono fuffa sui mercati, e quando tutto precipita, la crisi si abbatte soprattutto sull'Europa. Perché?
La globalizzazione è una cosa, internet un'altra. Soprattutto non giustifichiamo la mancanza di sicurezza e privacy con il liberismo dei mercati e l'esigenza delle aziende di far sempre più soldi. Si tratta di cose diverse. Collegate in qualche modo, se proprio vogliamo, ma non tanto da non poterne discutere separatamente. Spostare l'attenzione dal nocciolo del problema giova solo a chi il problema lo ha creato, cioè NSA, GCHQ ed i loro compagni di merende.