Argomento
La vicenda di Megaupload, il sito dove era possibile caricare e condividere file, si è arricchita in queste settimane di nuovi eventi. Il sito è stato chiuso dal Department of Justice USA per violazione del diritto d'autore, d il fondatore arrestato in Nuova Zelanda, insieme ad altri collaboratori. Erano poi seguiti sequestri di denaro e beni.
Come tutti i siti del genere, anche su Megaupload si potevano trovare sia file in violazione del diritto d'autore, che contenuti legittimi: foto di famiglia, documenti di lavoro, copie di backup, codice open source da condividere con i colleghi, video di scampagnate e serate con gli amici. Tutto ciò però non importava alle autorità federali, che ne avevano ordinato la distruzione in massa alla società che li ospitava sui propri server, la Carpathia Hosting e Cogent Communications Group. Successivamente si era giunti ad un termine temporale di due settimane prima della totale distruzione dei dati, ma Electronic Frontier Foundation ra nel frattempo salita sul ring. L'associazione ha costruito una piattaforma, MegaRetrieval, attraverso la quale si tenta di rendere possibile il recupero dei propri legittimi file, grazie alla collaborazione di Carpathia Hosting. Purtroppo però ciò vale solo per gli utenti statunitensi.
Spaventati dall'evoluzione degli eventi, altri cyberlocker avevano iniziato a chiudere o limitare i propri servizi: tra questi Filesonic e Fileserve, ma anche il sito tracker di file torrent Btjunkie, dopo anni di attività, ha deciso di interrompere l'attività, lasciando molti dei suoi fan nella disperazione; oltre alla vicenda di Megaupload, ha probabilmente contato anche la recente conferma della condanna degli ex (presunti) responsabili del sito omologo The Pirate Bay.
A ciò va infine aggiunta la denuncia del founder Kim Schmitz, ora Dotcom, che dinnanzi ad un giudice neozelandese, ha riferito di essere stato picchiato brutalmente da agenti federali.
Come tutti i siti del genere, anche su Megaupload si potevano trovare sia file in violazione del diritto d'autore, che contenuti legittimi: foto di famiglia, documenti di lavoro, copie di backup, codice open source da condividere con i colleghi, video di scampagnate e serate con gli amici. Tutto ciò però non importava alle autorità federali, che ne avevano ordinato la distruzione in massa alla società che li ospitava sui propri server, la Carpathia Hosting e Cogent Communications Group. Successivamente si era giunti ad un termine temporale di due settimane prima della totale distruzione dei dati, ma Electronic Frontier Foundation ra nel frattempo salita sul ring. L'associazione ha costruito una piattaforma, MegaRetrieval, attraverso la quale si tenta di rendere possibile il recupero dei propri legittimi file, grazie alla collaborazione di Carpathia Hosting. Purtroppo però ciò vale solo per gli utenti statunitensi.
Spaventati dall'evoluzione degli eventi, altri cyberlocker avevano iniziato a chiudere o limitare i propri servizi: tra questi Filesonic e Fileserve, ma anche il sito tracker di file torrent Btjunkie, dopo anni di attività, ha deciso di interrompere l'attività, lasciando molti dei suoi fan nella disperazione; oltre alla vicenda di Megaupload, ha probabilmente contato anche la recente conferma della condanna degli ex (presunti) responsabili del sito omologo The Pirate Bay.
A ciò va infine aggiunta la denuncia del founder Kim Schmitz, ora Dotcom, che dinnanzi ad un giudice neozelandese, ha riferito di essere stato picchiato brutalmente da agenti federali.
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